L’avvocato Bongiorno, che assiste la ragazza italo norvegese che avrebbe subìto lo stupro di gruppo e che attualmente ha 22 anni, ha detto:«Irrilevante sapere se qualcuno ha sentito urla, ragazza era incosciente»
I vicini di casa della villa che Beppe Grillo possiede in Costa Smeralda e alcune persone che lavorano in un altro residence dicono che quella notte di luglio del 2019 non hanno udito urla ma soltanto «chiacchiere» e «canzoni».
In sostanza, affermano di non aver sentito niente che facesse ipotizzare una violenza di gruppo, come invece sostiene l’accusa nel processo nei confronti di Ciro Grillo, figlio di Beppe, e tre suoi amici, Francesco Corsiglia, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta. Gli ultimi due erano in aula. Tutti e quattro sono accusati di violenza sessuale di gruppo.
Tuttavia, secondo quanto sostiene la difesa di parte civile (che tutela la ragazza italo norvegese presunta vittima dello stupro di gruppo e che oggi ha 22 anni), ossia per la legale Giulia Bongiorno e l’avvocato Dario Romano, il fatto che non si siano sentite urla «non cambia nulla».
Parlando con Adnkronos, i due legali di parte civile affermano che «questo non è uno stupro avvenuto in messo alla strada quindi non è rilevante sapere se qualcuno ha sentito le urla. Questo contesto è completamente diverso. Mai la ragazza ha detto di avere gridato, anzi al contrario ha detto sempre di avere perso conoscenza e di essere stordita».
«Quindi stiamo parlando di un contesto in cui si deve accertare se lei è stata oggetto di questi atti sessuali in una situazione di incapacità, comunque il tema dell’urlo non ha nulla a che vedere con la questione tema del processo», spiegano ancora i due legali che tutelano la ragazza che oggigiorno abita all’estero.
La vicenda
La notte tra il 16 e il 17 luglio 2019, come riportano gli atti, la ragazza italo norvegese che all’epoca aveva 19 anni, si trovava in un bed&breakfast a Barrabisa a Palau. Quella notte, verso le 23:45, le due ragazze incontrarono tre amici al Billionaire, una coppia e un giovane che aveva conosciuto il gruppo di Ciro che poi li aveva ospitati al tavolo. Da quanto è scritto negli atti, le due ragazze affermano di aver preso vodka, gli indagati che avrebbero preso una Red Bull. Nel corso di un ballo tra i due sarebbe scattato un bacio tra S.J. e Ciro, null’altro.
Alle 3,30 gli amici delle due ragazze vanno via e alle 5 loro non riuscendo a trovare un taxi accettano la proposta dei 4 ragazzi genovesi:«Dai venite a fare due spaghetti da noi, poi vi riaccompagniamo domattina al bed&breakfast, abbiamo l’auto a casa, nessun problema». Da lì in poi, nella villa si sarebbe consumato lo stupro di gruppo.