Auto contromano in autostrada: la safety car salva la vita, ma anche fare attenzione aiuta

La polizia stradale riferisce i dati di un fenomeno raro ma dalle conseguenze catastrofiche. Quasi sempre all’origine c’è la distrazione. 

Ma anche trascurare la segnaletica stradale per affidarsi ciecamente alla tecnologia (come nel caso del navigatore satellitare) può essere molto rischioso. I consigli della Polstrada.

Lo scorso 26 giugno un’auto ha viaggiato per circa cinque chilometri contromano sull’autostrada A7 Milano-Genova, prima di schiantarsi contro un’altra vettura, tra Gropello Cairoli e Casei Gerola, in provincia di Pavia. Bilancio: due morti e tre feriti. Certo non un fatto isolato, dicono le statistiche. E allora sorgono inevitabilmente le domande: com’è che si entra in contromano in autostrada? Cos’è che induce a fare un errore del genere? E soprattutto: c’è mood di evitarlo? La tecnologia più aiutare?

Quanti vanno contromano in autostrada

Secondo i dati della polizia stradale, aggiornati al 26 giugno, ci sono stati 53 casi di circolazione contromano, 47 dei quali in autostrada o in tangenziale/raccordo. Gli altri 6 casi di guida contromano sono accaduti sulla viabilità non autostradale, quindi in superstrada. E in 12 occasioni c’è stato un incidente. Per un totale di 10 morti e 17 feriti.

Un salvavita in autostrada: la safety car

Relativamente basso dunque il numero di incidenti, ma con una enorme incidenza di gravità, vista l’eccezionale pericolosità della violazione. E se il bilancio non è ancora più pesante, il merito va anche alle contromisure adottate per minimizzare i danni, precise e piuttosto efficaci. Per quanto è possibile fare, certo, in simili circostanze. È la procedura comunemente nota come safety car, che si attiva nel momento in cui arriva la segnalazione ai numeri d’emergenza 112 o 113. In questo caso la Polstrada manda pattuglie a rallentare il traffico che si trova sulla stessa carreggiata del veicolo che avanza contromano. Il senso della manovra è diminuire la velocità generale del traffico, dando così più tempo alla pattuglia per intercettare il trasgressore prima che avvenga un incidente.

Come difendersi dalla guida contromano

Ma come difendersi dallo scontro con un veicolo che viaggia contromano in autostrada? Il consiglio della polizia stradale è quello anzitutto di spostarsi subito sulla corsia più a destra, non appena informatI (il prima possibile). Evitare dunque la corsia di estrema sinistra, che corrisponde a quella di destra per il guidatore ha imboccato per sbaglio l’autostrada nella direzione contraria.

Ma chi è che entra contromano in autostrada? Per lo più chi lo fa non si rende conto dello sbaglio. I dati della Polstrada dicono che in 16 dei 53 casi il conducente aveva più di 70 anni. Un dato che può indicare la scarsa dimestichezza a muoversi su strade di una certa complessità come le autostrade. In alcuni casi alcuni conducenti sono entrati contromano dall’area di servizio, dalla quale erano usciti dal verso sbagliato. Oltre a casi di distrazione come questi ci sono anche 7 casi in cui il guidatore era sotto l’effetto di alcol o droghe. In nessun caso la distrazione è stata legata all’uso del cellulare.

L’importanza di guardare la segnaletica stradale

La polizia esclude invece legami con la segnaletica stradale. Sono allo studio segnali più appariscenti (come una grande mano su sfondo giallo a indicare lo stop), ma sembra proprio che la causa preponderante sia sempre la stessa: la distrazione, il fatto di guidare senza una piena consapevolezza di sé, di quel che si sta facendo e verso dove ci si sita dirigendo. In tal caso finire sulla carreggiata opposta e entrare contromano in autostrada è davvero questione di un attimo.

Navigatore satellitare? Sì, ma non è un oracolo

In questo senso anche il navigatore satellitare va impiegato cum grano salis. È l’avvertimento che arriva da Rosanna Ferranti, primo dirigente del servizio Polizia stradale. Interpellata dalla ‘Gazzetta dello sport’, la dottoressa Ferranti fa sapere che sono in corso “dei controlli per capire quanta parte di errore sia fondato su un’erronea lettura del dispositivo di navigazione”. Vale a dire, prosegue il dirigente della Polstrada, “se il navigatore tragga in inganno o induca in errore il conducente oppure se sia da lui male interpretato: se, cioè, il guidatore creda di percorrere uno svincolo a senso unico, dove quindi sia indifferente usare la corsia di destra o quella di sinistra. Invece a sinistra ci sono i veicoli che stanno uscendo. Ma se chi guida non se ne rende conto perché, invece di guardare direttamente la segnaletica verticale o la linea continua, si affida al navigatore che magari non gli facilita il compito, rischia di entrare contromano”.

Dobbiamo renderci conto che il navigatore non è il Vangelo – avverte la dottoressa Ferranti – Può servire per programmare il viaggio ma nel momento concreto si deve guardare l’arteria stradale che orienta il conducente in maniera corretta”. Il navigatore infatti non è uno strumento infallibile: “il navigatore soffre del fatto che ci sia una connessione continua col sistema satellitare, quindi possono esserci dei ritardi. Soprattutto, in autostrada, viste le velocità con cui viene percorsa, bisogna entrarci con consapevolezza e non perché il navigatore dice di entrarci. Quindi si deve guardare la segnaletica”.

Tecnologia deve supportare, non sostituire le capacità umane

C’è il rischio, trasferendo al navigatore la fiducia nelle proprie capacità, di non accorgersi più dei segnali e degli stimoli esterni. I sistemi di guida avanzata potranno certo aiutare, come nel caso dei sistemi elettronici che, riconoscendo la linea continua, impediscono all’auto di invadere la corsia opposta. Però è anche vero, spiega Ferranti, che ogni volta che c’è un incremento di aiuto, si verifica anche una perdita di attenzione da parte dell’essere umano. Va sempre mantenuto il punto di equilibrio, perché anche i sistemi elettronici possono venir meno. Siamo noi al volante a dover sapere per primi cosa sia giusto e cosa invece sia sbagliato”.

In strada tutti hanno doveri, non diritti

Il futuro, a quanto pare, appartiene ai veicoli a guida autonoma, il cosiddetto ‘quinto livello’ dove il conducente non fa nulla per guidare il mezzo. Ma i tempi non saranno brevi e i costi non alla portata di tutti. Per il momento dunque la polizia stradale invita a rispettare i segnali e a usare prudenza. Per noi e per gli altri. Spesso infatti essere vigili e attenti può compensare la disattenzione altrui,

Infine, conclude Rosanna Ferranti, bisogna sempre ricordare che in strada “nessuno ha più diritti di altri, tutti invece hanno obblighi”. Tanto che nel Titolo V del Codice della strada, quello sulle regole di comportamento, non appare mai la parola “diritto”. Questo “significa che nessuno è proprietario della strada che sta percorrendo e potrebbe disinteressarsi di quello che gli accade intorno”.

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