Il giovane Riccardo Franchin, 27 anni, è riuscito a trovare un rifugio nonostante le lesioni:«Non ho avuto tempo di provare dolore».
Riccardo Franchin, 27 anni, ingegnere di Barbarano Mossano (Vicenza), secondo i medici del nosocomio Santa Chiara di Trento è ‘un miracolato’. Come riporta Il Corriere della Sera, il giovane ha raccontato ai suoi familiari quegli attimi di paura vissuti in seguito al crollo del ghiacciaio sulla Marmolada, di cui lui è uno dei superstiti, anche se continua a essere in profonda agitazione per i suoi amici, di cui chiede spesso dall’ospedale in cui è ricoverato.
Il padre di Riccardo Franchin, Mario, ha raccontato che il figlio ha sempre preso sul serio la montagna:«É stata una passione che ha scoperto di recente ma l’ha coltivata sempre con raziocinio, studiando, approfondendo, affidandosi a persone esperte». Come domenica, quando lui e il suo amico Nicolò Zavatta, 22 anni, erano sulla Regina delle Dolomiti con la guida alpina Paolo Dani e Filippo Bari, un altro giovane di Vicenza.
Quello che purtroppo nessuno si sarebbe mai aspettato è accaduto quando, durante la scalata, si sono trovati dinanzi il ghiacciaio, il tratto più difficile. Poi, il rumore e il distacco di ghiaccio e detriti. «Mio figlio era il primo dei quattro, stavano entrando nel ghiacciaio e a suo dire forse gli altri, dietro di lui, si stavano per legare».
Riccardo ha raccontato a suo padre di «aver avvertito un rumore strano e di aver alzato d’istinto la testa, per vedere cosa succedeva sopra di loro. Quando ha visto che la cima stava franando, d’istinto ha iniziato a correre, più veloce che poteva, lui era il primo della cordata a sinistra. Gli stava piovendo addosso la montagna e ha tentato di fuggire».
Ma non è bastato. «Sono trascorsi pochi istanti, è stato investito da quella valanga e ha subito perso i sensi». Al padre, Riccardo ha detto che «é stato tutto così repentino, non ho nemmeno avuto il tempo di provare dolore».
Dopo la maxi valanga, Riccardo racconta di aver vissuto un vero e proprio blackout mentale, durato forse secondi o minuti, una sorta di ‘vuoto’, come lo ha definito il 27enne. Quando ha ripreso coscienza, ha cominciato a realizzare cosa fosse accaduto, nonostante fosse scosso, provato e avesse dei dolori. Ma era vivo, e in piedi. Ha detto di essersi sentito confuso, e una volta in piedi si è guarda intorno ma non c’era nulla. Quella maxi valanga aveva spazzato via esseri umani e sentieri. «Non ho visto più nessuno», ha poi detto a suo padre.
Visto che riusciva comunque a reggersi sulle proprie gambe, ha deciso di camminare verso il rifugio «Capanna Ghiacciaio» e più tardi ha visto uno degli escursionisti che, dopo aver assistito a quanto accaduto, stavano andando sul posto a prestare soccorso. Franchin ha chiesto aiuto all’escursionista, ancora scosso e con ferite su viso, braccia, gambe. Ha anche riportato «un trauma al fegato che però i medici dicono che potrà superare senza conseguenze», come ha fatto sapere il padre del giovane.