“Non sono l’assassino di Willy”: caso di omonimia per Gabriele Bianchi

E’ molto noto su Instagram, porta lo stesso nome dell’assassino di Willy ma con lui non ha nulla a che fare. Gabriele Bianchi sta vivendo un momento molto negativo a causa dell’omonimia con l’uomo condannato. 

Per colpa di questa omonimia sto subendo un danno d’immagine, per il quale non posso ovviamente nemmeno chiedere un risarcimento” ad affermarlo è Gabriele Bianchi, cameriere-influencer consacrato da Forbes tra i 5 nomi più influenti del food italiano, che nulla ha a che fare con l’omicidio di Colleferro ai danni di Willy Monteiro Duarte per il quale l’altro Gabriele Bianchi è appena stato condannato all’ergastolo.

Passino pure i messaggi di odio che mi sono arrivati negli ultimi mesi sui canali social – continua l’influencer -, ma anche alcune occasioni lavorative sono state messe in discussione proprio a causa del mio nome. Basti pensare che mi sono visto negare la ‘spunta blu’ da Instagram proprio per il possibile rischio di confusione tra me e la persona imputata per l’omicidio del povero Willy“.

Tra i due non esiste alcun rapporto di parentela o di conoscenza, hanno semplicemente lo stesso nome, eppure in molti si sono accaniti contro di lui pensando che si tratti della stessa persona. “Da quando è accaduto quel terribile fatto ho ritrovato il mio nome accostato a quello di una persona che si è macchiata di un crimine atroce – continua – . Naturalmente ci vuol poco a capire che tra noi non c’è alcun legame, ma nel campo dei social anche una semplice omonimia può avere effetti deleteri sull’immagine di un personaggio pubblico. Ed è proprio ciò con cui sto lottando da mesi: messaggi con offese, potenziali opportunità di lavoro sfumate per il rischio di legarsi a questo nome, e via così. Il danno non è quantificabile tanto in termini economici, quanto piuttosto sul versante degli haters“.

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