Secondo il virologo Broccolo si tratta di uno studio molto attendibile, il primo basato su dati provenienti dal mondo reale.
I vaccini contro il Covid stanno provocando dei problemi cardiovascolari nella fascia più giovane della popolazione?
Questa l’ipotesi lanciata da un nuovo studio scientifico realizzato dall’unità del Servizio di medicina di emergenza di Tel Aviv e il Massachusetts Institute of Technology. La loro ricerca si è occupata di analizzare e classificare le chiamate che sono arrivate nei pronto soccorso israeliani a partire dal momento in cui nella nazione è iniziata la campagna vaccinale, allo scopo di verificare se vi fossero state variazioni significative rispetto al periodo pre-pandemico, ma anche al primo anno dell’epidemia, in cui realizzare così velocemente dei vaccini sembrava un miraggio.
E il risultato non può lasciare tranquilli: nell’arco di tempo compreso tra gennaio e maggio del 2021, le chiamate ai pronto soccorso israeliani per problemi cardiovascolari sono aumentate del 25 per cento. Questo significa che i vaccini stanno causando questa tipologia di effetti avversi nella popolazione? Troppo presto per stabilire eventuali correlazioni, servono studi più approfonditi. Al contempo, come ha spiegato il virologo italiano Francesco Broccolo dell’Università di Milano Bicocca, chiamato a commentare questo sorprendente studio, non si può in alcun modo ignorare ciò che emerge da questa ricerca, in primo luogo perché i ricercatori hanno avuto accesso a dati provenienti dal mondo reale. La sua affidabilità risulta dunque maggiore di tantissimi altri studi simili, che però si sono sempre dovuti accontentare dei dati che venivano pubblicati ed estrapolati dai trial clinici, riducendo così in modo sensibile l’accuratezza statistica del report.
Che il Ministero della Salute israeliano coltivasse qualche preoccupazione riguardo gli effetti avversi dei farmaci contro il Covid, lo si era capito già qualche mese fa, quando era stato lanciato un sondaggio, scegliendo un campione di circa duemila cittadini, chiedendo di possibili effetti collaterali a cui erano andati incontro nel periodo successivo alla vaccinazione. I risultati del sondaggio sono stati poi resi pubblici il 9 Febbraio del 2022 sul canale telegram del Ministero. Ai partecipanti era chiesto di rispondere ai quesiti in un periodo di tempo compreso tra il 21esimo e il 30 giorno dall’avvenuta somministrazione del farmaco, per raccontare di eventuali eventi avversi. Uno dei risultati più sorprendenti in tal senso, è che il Ministero, in base alle segnalazioni ricevute, ha elaborato oltre 40 categorie diversi di effetti avversi registrati.
Lo studio è stato pubblicato dalla rivista Scientific Reports. Le segnalazioni che sono state prese in considerazione dagli autori riguardano il 2019, ovvero l’anno pre-pandemico, il periodo compreso tra marzo e dicembre del 2020 in cui i farmaci contro il Covid non erano ancora disponibili, e il periodo compreso tra gennaio e maggio del 2021 in cui invece la campagna vaccinale era in pieno svolgimento. Ciò che sembra emergere in modo incontrovertibile è un aumento di circa il 25 per cento delle chiamate al pronto soccorso per problemi cardiaci rispetto ai periodi pre-vaccino presi in considerazione dalla rilevazione.
Un risultato che preoccupa molto e che oltretutto, come ha rimarcato anche Broccolo, trova una sponda importante nei dati resi disponibili da Germania e Scozia, che sembrano segnalare un’incidenza molto simile, come d’altronde hanno evidenziato anche gli autori all’interno del loro studio.