Uno studio del Nies, Istituto Nazionale per gli Studi Ambientali prevede un futuro in cui la siccità anomala sarà sempre più frequente e potrebbe divenire una sorta di nuova normalità.
Una ricerca eseguita dal NIES, Istituto Nazionale Studi ambientali, in Giappone, parla di un futuro in cui la siccità anomala potrebbe divenire una sorta di nuova normalità.
Gli impatti del riscaldamento previsti indicano importanti diseguaglianze regionali nella loro intensità e nel ritmo con cui aumentano nel corso del tempo. In un lasso di tempo che va dai 30 ai 50 anni, la previsione è che ci saranno condizioni di siccità anomala mai viste prima e consecutive in diverse regioni, e ci sarà anche una bassa concentrazione di gas serra.
Per disegnare un piano strategico di successo in merito al cambiamento del clima, è essenziale comprendere come gli impatti del riscaldamento globale possano svilupparsi nel corso del tempo. «Per quanto riguarda le precipitazioni e la temperatura, studi precedenti riportano i tempi in cui emerge l’impatto del cambiamento climatico. Tuttavia, nessuno studio ha stimato con successo i tempi in termini di siccità concentrandosi sullo scarico dei fiumi su scala globale», spiega uno degli autori dello studio, Tokuta Yokohata, che ha anche aggiunto:«Una valutazione temporale sulle future condizioni di siccità rispetto alle nostre esperienze storiche è essenziale per adottare strategie adeguate ai cambiamenti climatici, in particolare per gli adattamenti climatici, a lungo termine e nel tempo».
L’autore principale della ricerca, Yusuke Satoh, ha commentato che «gli impatti previsti del riscaldamento mostrano significative disparità regionali nella loro intensità e nel ritmo della loro crescita nel tempo». Satoh ha detto che la sua previsione è che «entro la metà di questo secolo, gli aumenti della frequenza della siccità saranno statisticamente significativi nel 25 per cento e nel 28 per cento della Terra, in scenari di concentrazione rispettivamente bassa e alta di gas serra. Regioni specifiche mostreranno aumenti sostanziali di oltre il doppio della frequenza attuale. In entrambi gli scenari, i cosiddetti hotspot di aumento della siccità includono le regioni mediterranee, l’America meridionale e centrale, l’Australia, ecc. Alcune regioni mostreranno un aumento costante della frequenza della siccità», ha chiosato infine l’esperto.
La Lombardia ha fatto richiesta per dichiarare lo stato d’emergenza nazionale per crisi idrica
Il governatore della Regione Lombardia, nel frattempo, ha spiegato che «la situazione meteo idrologica del periodo novembre 2021/giugno 2022 ha generato un deficit idrico generalizzato, che ha portato la Regione ad adottare specifiche misure», aggiungendo che per supportare il comparto agricolo «è necessario e indifferibile che le attuali erogazioni irrigue possano durare almeno fino al 15 luglio per non vanificare quanto fanno finora».