Colpito da roghi soprattutto il Sud: Sicilia e Calabria le regione più colpite, mentre in Sardegna c’è stato l’incendio più devastante.
Dati preoccupanti che confermano un disastro ancora negli occhi e nella memoria di tutti quanti.
Se consideriamo che in Italia circa un terzo del territorio nazionale (all’incirca otto milioni e mezzo di ettari) è ricoperto da foreste, nel 2021 è andata a fuoco una superficie pari allo 0,5% del territorio italiano. Per capirci, sarebbe una porzione di territorio grande quanto il lago di Garda.
Nel 2021 gli incendi in Italia hanno ha bruciato il triplo degli ettari dell’anno passato. Tra le più colpite dalle fiamme ci sono le latifoglie sempreverdi (macchia mediterranea) per il 56%. Seguono poi le latifoglie decidue (come le querce) per il 25% e le aghifoglie sempreverdi (ad esempio i pini mediterranei) col 19%. Sono i dati emersi dall’indagine Ispra nel 2021.
I complessi effetti del cambiamento climatico
Colpa del cambiamento climatico? Senz’altro. Ma il legame con i roghi è complesso: non ci sono soltanto gli effetti diretti della siccità prolungata e delle alte temperature. Va considerato anche il peso del clima sugli insetti e sulle malattie delle piante che, rendendole più vulnerabili, le espongono di più agli incendi. Senza contare che i danni provocati dagli incendi ai boschi possono accelerare la perdita di biodiversità, il rilascio di anidride carbonica, aumentare il rischio idrogeologico, l’erosione del suolo, inquinamento da polveri dell’aria e dei corpi idrici. Le foreste possiedono una innata capacità di resilienza agli effetti degli incendi. Ciò non toglie che, se sufficientemente vasti e frequenti, gli incendi possono causare danni di lungo periodo e produrre una perdita permanente di superficie boschiva.
Satelliti e mappe: il supporto della tecnologia
La tecnologia viene in aiuto alla sorveglianza dagli incendi coi satelliti, i dati dei quali sono elaborati dall’European Forest Fire Information System (Effis), il sistema sviluppato in ambito europeo nel contesto del programma Copernicus – Emergency Management Services. Ispra svolge un monitoraggio operativo sulla base dei dati Effis e, in caso di incendi di portata nazionale, sulle proprie elaborazioni satellitari ad altissima risoluzione spaziale. Così Ispra può fornire le mappe con le aree bruciate e i focolai attivi anche a supporto del Sistema di Protezione Civile Nazionale.
Il Mezzogiorno la zona più colpita
Nel 2021 gli incendi hanno colpito in prevalenza nel Mezzogiorno. In Sicilia le più vaste superfici di aree bruciate, circa il 3,5% della superficie totale della regione. Il 60% dei comuni siciliani (su un totale di 235 comuni) è stato interessato da incendi. Al secondo posto la Calabria, dove gli incendi hanno riguardato il 2,4% della superficie (240 i comuni coinvolti).
La poco invidiabile classifica si inverte invece per quel che riguarda la superficie forestale bruciata. In questo caso il bilancio peggiore nel 2021 lo ha avuto la Calabria, dove il 37% delle aree andate bruciate è stato rappresentato da boschi. Tra questi, un quarto costituito da boschi di conifere, per lo più piantagioni. Al secondo posto (con circa il 12%) la Sicilia, appunto. Tra le coperture forestali più colpite, le latifoglie sempreverdi (leccete e boscaglie di macchia mediterranea) e le conifere (per più piantagioni artificiali).
La terza regione più colpita dagli incendi nelle foreste è risultata la Sardegna. Se nel 2021 la Sardegna è stata colpita relativamente poco (solo 40 incendi rispetto, per esempio, ai circa 500 della Sicilia), in un unico evento, accaduto a fine luglio nel complesso Forestale Montiferru-Planargia, è andato a fuoco circa il 63% del totale del territorio colpito da incendi nella Regione. Si è trattato dell’incendio più vasto in tutta Italia, che ha coinvolto dieci 10 comuni del Montiferru, con enormi danni ambientali, paesaggistici, economici e sociali.