Ucraina, esercito di Kiev in difficoltà: manca equipaggiamento e le comunicazioni sono precarie

Sembra essersi rovesciata la narrazione dei primi mesi di guerra che dipingeva un esercito ucraino più equipaggiato e efficiente di quello russo.

Ma l’avanzata russa in Donbass sta mettendo in crisi questa narrazione, facendo emergere le lacune dell’armata di Kiev.

Esercito di Kiev in difficoltà. Nelle ultime ore sono arrivate notizie allarmanti dal fronte della guerra, con problemi di rifornimento e di equipaggiamento per i militari ucraini. I soldati lamentano lo scarso numero di visori notturni a disposizione. Una dotazione indispensabile negli scontri, nelle incursioni, nelle attività di contrasto. Dagli Stati Uniti ne sono arrivati a migliaia, così come dagli altri alleati. Ma sembrano non bastare.

A marzo la narrazione era che l’equipaggiamento dell’esercito ucraino fosse migliore di quello russo. Ma ora la narrazione si è rovesciata, confermando la sensazione di difficoltà «generale» delle forze ucraine, non limitata alla mancanza di munizioni e armamenti pesanti. Che peraltro continuano a giungere a Kiev. Dalla Norvegia arriveranno altri tre lanciatori a lungo raggio, mentre fonti della Difesa rivelano che gli ucraini hanno comprato dall’inizio della guerra 50 droni d’attacco turchi TB2. Altri velivoli dovrebbero arrivare a luglio (molti sarebbero stati abbattuti). E Olanda e Germania invieranno altri 6 cannoni semoventi a lunga gittata PzH 2000.

Il gap con Mosca emerge da un reportage del New York Times sulle comunicazioni degli ucraini. Con un quadro critico: poche ricetrasmittenti, apparecchiature criptate, impossibilità di ricevere e fornire comunicazioni durante i combattimenti, contromisure elettroniche molto efficaci da parte delle forze russe.

Il gap con l’esercito di Mosca decisivo nei momenti cruciali

Un divario che ha finito per essere fatale nei momenti cruciali, quando serviva avere il supporto diretto dell’artiglieria, manovrare per bloccare l’invasore, coordinarsi nelle operazioni. Di conseguenza, Mosca avanza e continuano le pressioni su Lysychansk, in Donbass. Negli ultimi giorni poi, coi progressi sul campo dei russi, si è aggravato un problema: diverse unità ucraine si sarebbero mosse autonomamente per colpa di «fratture» nella catena di comando.

All’inizio della guerra gli ucraini avevano ricordato l’esperienza negativa del conflitto del 2014: uno dei punti a svantaggio dell’esercito di Kiev era stato proprio il sistema di comunicazioni. Un gap tecnologico colmato poi grazie all’aiuto occidentale, con l’intelligence americana capace di creare un canale sicuro per le comunicazioni dei dati, aiutando così i soldati ucraini a assestare alcuni colpi importanti. Ma le parti conflitto adeguano le loro tattiche alle iniziative rivali. Conseguenza: ciò che è valido oggi può non esserlo domani.

Il problema dei blindati

Colmato – o quasi – anche un altro vuoto grazie al sostegno occidentale: quello dei blindati per trasportare le truppe. Indispensabili per trasferire in sicurezza i soldati, permettono mobilità e possono anche diventare piattaforme di tiro. Alcune immagini hanno mostrato i soldati (anche russi) accovacciati all’esterno di carri armati e corazzati. Una scelta imprudente, dato che per fare danni bastano le schegge. Ma le alternative non erano molte.

C’è un’altra necessità, sottolineata dagli osservatori sul campo: l’assistenza medica per le migliaia di feriti in zona di guerra. Non di rado la distanza tra la trincea e l’ospedale è troppo vasta. Da qui la necessità di punti intermedi di assistenza medica e di una logistica efficace.

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