L’ex ad di Ferrovie dello Stato ha ricevuto una condanna a 5 anni nel processo bis per la strage ferroviaria occorsa a Viareggio il 29 giugno di 13 anni fa
Condanna a 5 anni per l’ex ad di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti, nell’ambito del processo d’appello bis per la strage ferroviaria occorsa a Viareggio, in provincia di Lucca, il 29 giugno 2009.
In quella strage, che vide il deragliamento e lo scoppio di un treno con a bordo gpl, morirono 32 persone. La procura generale aveva avanzato richiesta per Moretti di una condanna a 6 anni e 9 mesi. Nel primo processo d’appello la condanna fu fissata a 7 anni. L’uomo è condannato per i seguenti reati: disastro ferroviario, incendio, lesioni. Agli altri imputati nel processo, 15, si contestava solo il disastro ferroviario.
La Corte d’Appello di Firenze ha condannato 13 persone e tre sono state invece assolte. A Moretti hanno addebitato pure i reati di incendio e lesioni colpose dato che non ha rinunciato, durante l’appello bis alla prescrizione, come invece occorso in precedenza. Nessuna delle persone imputate si è presentata in aula per la lettura del verdetto. Moretti ha pure fatto delle dichiarazioni di sua sponte in cui si dice innocente.
«Dalla Corte di appello di Firenze è arrivata una sentenza molto deludente, perchè la ricostruzione storica dei fatti è totalmente diversa rispetta quella illustrata dall’accusa. Una condanna a 5 anni per un processo senza prove è veramente un teorema e questo non può che dispiacerci. Tradisce un’interpretazione di questa storia che non è quella reale», ha commentato il legale di Moretti, Ambra Giovine in un colloquio con Adnkronos. «L’ingegner Moretti è un capro espiatorio in questo processo, è innocente rispetto alle accuse mosse».
I familiari delle 32 persone che hanno perso la vita si sono detti soddisfatti del verdetto. In mattinata c’erano state delle proteste da parte dei parenti in aula che contestavano la scelta di Moretti di scusarsi con loro, smentendo di essere freddo e insensibile come qualcuno lo aveva definito. A causa di questi attimi di tensione, il presidente Grieco ha dovuto chiedere l’intervento dei poliziotti e dei carabinieri per riportare l’ordine, dato che i parenti delle vittime si erano seduti in mezzo al pubblico con le spalle girate rispetto alla Corte. «L’impianto accusatorio ha sostanzialmente retto e il reato di disastro ferroviario è stato riconosciuto a tutti i vertici delle aziende italiane e straniere», hanno così commentato all’Adnkronos il pg Sergio Affronte e il sostituto procuratore Salvatore Giannino.