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Politica

Draghi: “Putin non verrà al G20”. E i russi si infuriano: “Non tocca a lui decidere”

Botta e risposta Roma-Mosca dopo le parole del primo ministro italiano in chiusura del summit del G7 a Elmau.

Draghi chiede di coinvolgere i Paesi “minori” nelle decisioni cruciali sullo scacchiere internazionale.

Mario Draghi al summit G7 a Elmau – Metoeweek

«Quando gli elefanti lottano è l’erba che soffre». Cita questo proverbio africano Mario Draghi alla fine dei lavori di un G7 pesantemente condizionato dalla crisi ucraina. Un proverbio che andava di moda negli anni ’80, quando il premier italiano era alla Banca Mondiale. E che descrive molto bene l’attuale situazione geopolitica e internazionale.

Al G7che si è chiuso ieri hanno preso parte infatti anche degli Stati considerati “minori” sullo scacchiere internazionale. Come India, Argentina, Indonesia, Sudafrica, Senegal. Tutti questi paesi, ha sottolineato il premier italiano, hanno adottato un atteggiamento «abbastanza neutrale» sul conflitto in Europa orientale. Ma questo anche perché, ha aggiunto Draghi, finora «non sono stati avvicinati». Dalla discussione però è affiorato che in realtà questi Paesi «desiderano essere coinvolti». La morale del proverbio africano può dunque essere declinata così, spiega Draghi: «Se i Paesi si sentono erba soffrono, ed è difficile chiedere loro di prendere parte».

Un coinvolgimento che potrà prendere la forma di una partecipazione alle sanzioni finora non applicate, alle decisioni Onu che andranno condivise (ad esempio quella, che si annuncia imminente, sul grano e sullo sblocco del porto do Odessa). Per non parlare della scelta di campo, indica il premier italiano, «per la difesa delle democrazie, l’avversione alle autocrazie».

Impossibile vincere nel braccio di ferro col Cremlino senza prendere coscienza «che noi del G7 siamo anche il foro internazionale più importante, più potente, più ricco, ma siamo minoranza, in termini di popolazione e opinione».  Occorre perciò coinvolgere anche gli attori “minori” afferma Draghi, fino a «renderli compartecipi dei momenti fondamentali».

La Russia? Al G20 «non verrà», dice Draghi

Il presidente indonesiano Joko Widodo – Meteoweek

Nella fattispecie è l’Indonesia il paese che adesso sperimenta questa sensazione di sofferenza nella lotta tra gli elefanti della geopolitica. In Baviera è arrivato anche il presidente indonesiano Joko Widodo, la guida del Paese che a ottobre ospiterà il G20. E che dovrà conciliare l’ingombrante presenza della Russia con quella degli altri Paesi.

Un tema assai delicato, sul quale Draghi ha detto parole che hanno irritato i russi. Secondo Draghi, al G20 Putin «non verrà, magari farà un intervento da remoto». A escluderlo sarebbe stato proprio il leader dell’Indonesia. «Il presidente Widodo lo esclude, con noi è stato categorico», ha detto Draghi.

Immediata la replica da parte di Mosca. Dal Cremlino fanno sapere che «non spetta a Draghi decidere. Probabilmente ha dimenticato che non è più il presidente del G20, l’invito a Putin è stato ricevuto e accettato». E arriva anche la provocazione dell’ambasciatore russo in Italia, Sergey Razov, che ha fatto notare come «la maggior parte delle aziende italiane, nonostante le pressioni, continua a lavorare sul mercato russo».

I risultati di Draghi al summit del G7

Ad ogni modo Draghi porta a casa un risultato dal vertice G7 in Germania. Ha ottenuto l’avvio di un percorso che dovrebbe portare a un price cap sul gas russo. Ci teneva più di tutti e ci è riuscito. Anche se «non siamo in grado di prevedere la durata della guerra», e malgrado le comprensibili «preoccupazioni» da parte americana per i successi della Russia sul campo di battaglia, per Draghi ciò che conta è che «i costi severi e duraturi» imposti dalle sanzioni occidentali all’economia russa (che devono durare «tutto il tempo necessario») non si arrestino.

Stesso discorso per il supporto, finanziario e militare, che i leader dei «sette grandi» riuniti a Elmau hanno promesso a Kiev.

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