Lo scorso 22 giugno, a Gallarate (Varese), hanno imbrattato il simbolo della Memoria, quello di una pietra di inciampo dedicata a Clara Pirani, maestra ebrea deportata ad Auschwitz.
Lo scorso 22 giugno, a Gallarate, in provincia di Varese, hanno imbrattato una pietra d’inciampo dedicata a Clara Pirani, maestra ebrea deportata ad Auschwitz.
Non è il primo simbolo inerente la Memoria che subisce questo maltrattamento. Tempo addietro, infatti, stessa cosa era accaduta alla pietra commemorativa del sindacalista e militante comunista Vittorio Arconti, assassinato dai nazisti in un campo di concentramento. Dopo l’inaugurazione, infatti, l’aveva imbrattata disegnando una svastica.
Il sindaco di Gallarate, Andrea Cassani (Lega), ha così minimizzato l’accaduto:«Una ragazzata da condannare. Ma non un atto di bande facinorose o gruppi antipartigiani. Più che l’imbrattamento o il gesto, mi preoccupa la maleducazione. In un parco lì vicino hanno rotto un’altalena per disabili, o scrivono le bestemmie sulle panchine. Solo che la pietra desta più scalpore».
La pietra di inciampo era stata posta lì circa un mese fa. La maestra era vissuta all’angolo tra via Palestro e Via del Popolo, dove i nazifascisti l’arrestarono, per poi condurla nell’orribile campo di concentramento. Era il 1944. L’obiettivo che sta dietro la creazione delle pietre di inciampo è quello di fare in modo che coloro che ci passino sopra o comunque vi si imbattano, notino e rammentino l’orrore dell’Olocausto, per non dimenticare come certe cose non dovrebbero accadere mai più.
Cassani prosegue asserendo:«Penso che ognuno possa e debba avere la propria idea e poterla dire, sia essa politicamente corretta o scorretta. La storia ha diverse sfumature e può essere raccontata sotto diverse visioni, ma è vigliacco scrivere con il pennarello» sopra alle pietre «a persone innocenti. Dobbiamo fare attenzione a questi atteggiamenti, non democratici».
A chiedere di inserire le pietre di inciampo a Gallarate ci avevano pensato Anpi e Associazione Mazziniana. Il primo cittadino ha detto a tal proposito:«Noi siamo stati favorevoli. Indipendentemente dagli schieramenti politici è giusto ricordare coloro che hanno perso la vita. Come con il fascismo e il nazismo anche sotto i regimi comunisti». L’inchiesta sui due atti vandalici sta proseguendo tuttora. Sarà necessario che determinati gesti non si reiterino:«Le forze dell’ordine sono attente. Prevederemo più passaggi di polizia, nelle ore notturne. Ma c’è da dire che le abitazioni delle persone deportate non sono in luoghi molto frequentati. Quindi è impensabile e poco utile mettere in quegli incroci delle telecamere per controllare che nessuno scriva con il pennarello. Il problema è di maleducazione, anzi di ineducazione di certi ragazzi», chiosa Cassani.
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