Il titolare dell’azienda ha ricevuto una misura interdittiva ed è accusato di omicidio colposo. A notificargli la misura sono stati i carabinieri
Il titolare dell’azienda che operava in subappalto per la manutenzione degli ascensori alla Farnesina, ha ricevuto una misura interdittiva ed è accusato di omicidio colposo, dopo che lo scorso maggio è deceduto un operaio di 39 anni, Fabio Palotti, mentre stava riparando un ascensore negli uffici del Ministero degli Esteri.
Ora, l’impresario non potrà esercitare dei ruoli di dirigenza di persone giuridiche e imprese. I carabinieri, stamane, gli hanno notificato la misura di interdizione. Secondo gli investigatori, l’impresario avrebbe trasgredito le regole di sicurezza sul lavoro omettendo l’inserimento della leva di blocco dell’ascensore che di conseguenza si è messa in funzione mentre il 39enne era sul tetto, restando mortalmente intrappolato tra la cabina e il muro del vano corsa, prima di precipitare.
L’inchiesta ha consentito di appurare ripetute condotte di negligenza, imperizia e imprudenza del titolare della ditta. Nello specifico, l’impresario delegava incarichi di manutentore di ascensori e montacarichi all’operaio che invece era specializzato solo nel presidio tecnologico e non aveva i requisiti per l’intervento di manutenzione che in quell’occasione era richiesto.
E ancora, non era stato messo a punto alcun piano di sicurezza del cantiere, il 39enne operaio non era stato fatto sottoporre alle visite mediche periodiche e d’obbligo, il suo certificato di idoneità lavorativa era scaduto da due anni. A predisporre l’interdizione è stato il gip della procura di Roma dopo aver verificato le trasgressioni alle regole sulla sicurezza sul lavoro.