Brian era sparito ma poi si è tolto la vita e nel suo taccuino ha spiegato il motivo per cui ha ucciso la sua ragazza
Brian Laundrie, in un taccuino, ha confessato di aver tolto la vita alla sua fidanzata Gabby Petito, per «misericordia» perché «soffriva troppo» in seguito a un incidente occorso durante il loro viaggio, in un furgone nel Wyoming. Gabby Petito-meteoweek.com
È trascorso un anno dal rinvenimento del corpo della nota travel blogger e sono venuti fuori particolari nuovi sulla vicenda, forniti dal legale dei Laundrie, Steve Bertolino. Lo scorso agosto, la famosa blogger Gabby Petito, 22 anni, era scomparsa e in Usa hanno seguito tutta la vicenda col fiato sospeso.
Nel mese di settembre il cadavere della ragazza fu trovato nella foresta di Wyoming e dall’esame autoptico venne fuori che l’avevano soffocata. Gabby era in vacanza con il fidanzato, Brian Laundrie, che in seguito sparì. Il giovane, 23 anni, era indagato per il decesso di Gabby ma la polizia non giunse in tempo per ascoltarlo, perché fu rinvenuto senza vita a novembre.
L’uomo, si è suicidato con un colpo di pistola in testa e vicino a lui, gli inquirenti hanno ritrovato un taccuino contenente la sua confessione:«Sono stato io a ucciderla». Il caso è stato così archiviato. Adesso, però, l’avvocato dei Laundrie ha fornito al Daily Mail le foto delle otto pagine bagnate del block notes in cui il 23enne aveva riportato i dettagli del dramma.
È stato lui, dunque, a soffocare Gabby per via di un dramma inatteso, nel Grand Teton National Park in cui Gabby è finita in un torrente e si è ferita nel corso del loro viaggio dell’agosto scorso.
La confessione choc
«Vorrei poter essere al tuo fianco, vorrei poterti parlare in questo momento», ha scritto Brian mentre scriveva la lettera confessione. Laundrie dice di aver combattuto per provare a confortare la fidanzata che si stava deteriorando dal dolore, piangeva di continuo e tremava forte a causa del freddo costante. Infine, lui le ha tolto la vita: «Non so l’entità delle ferite di Gabby, solo che soffriva molto. Ho posto fine alla sua vita. Ho pensato che fosse misericordioso, che fosse quello che voleva, ma ora vedo tutto l’errore che ho fatto. Sono andato nel panico. Ero scioccato. Ma dal momento in cui ho deciso, le ho portato via il dolore».
Non c’è nessun racconto di come il giovane si stesse, in apparenza, prendendo cura della fidanzata prima di ucciderla. Il suo block notes è stato rinvenuto all’interno di una borsa asciutta vicino al suo cadavere il 20 ottobre 2021: si era sparato in testa. Brian ha poi scritto:«Mi dispiace per la mia famiglia, questo è uno shock per loro. Per favore, non rendete loro tutto più difficile, si è verificata come una tragedia inaspettata».
Il racconto di Brian Laundrie
I due giovani si trovavano al parco nazionale dopo aver viaggiato per lo Utah. Stavano facendo dei report del viaggio che poi postavano social. Laundrie continua la sua lunga confessione:«Tornando di corsa alla nostra macchina, cercando di attraversare il vapore del torrente prima che diventasse troppo buio per vedere, sento uno schizzo e un urlo. Riuscivo a malapena a vedere, non riuscivo a trovarla per un momento, gridavo il suo nome.
L’ho trovata che respirava a malapena, ansimando, era gelata, eravamo appena arrivati dai caldissimi parchi nazionali dello Utah. La temperatura era scesa a zero e lei era fradicia. L’ho portata il più lontano possibile lungo il ruscello verso l’auto, inciampando, esausto per lo shock, quando io e il mio istinto sapevamo che non potevo trasportarla in sicurezza».
In realtà il suo racconto è molto confuso, ma lui prosegue:«Ho acceso un fuoco e l’ho portata il più vicino al fuoco, era così magra, era già gelata da troppo tempo. Da dove ho appiccato il fuoco non avevo idea di dove potesse essere l’auto. Sapevo solo che era dall’altra parte del torrente. Quando ho tirato fuori Gabby dall’acqua, non sapeva dirmi cosa le faceva male. Aveva una piccola protuberanza sulla fronte che alla fine si è allargata. Le facevano male i piedi, il polso. Era gelata, tremava, mentre la trasporto emetteva continuamente suoni di dolore».
Ulteriori dettagli emergono dal taccuino del 23enne:«Sdraiata parlava poco, aveva scatti, ansimava per il dolore, implorava la fine del suo dolore. Si addormentava e io la svegliavo per paura che se avesse avuto una commozione cerebrale addormentarsi sarebbe stato pericoloso. Si svegliava ma poi si arrabbiava con me perché le ripartiva il dolore. Non mi ha lasciato tentare di attraversare il torrente, pensava come me che il fuoco si sarebbe spento nel sonno».
A quel punto, Laundrie spiega di aver ucciso la travel blogger perché era “misericordioso”. Dice che era cosciente di non poter continuare senza di lei. Poi racconta di essere andato di corsa a casa per passare il tempo rimanente con i suoi familiari. «Volevo guidare a nord e lasciare che James o TJ mi uccidessero, ma non volevo che loro passassero del tempo in prigione per il mio errore, anche se sono sicuro che a loro sarebbe piaciuto».
Poi scrive ancora, il motivo perché lui stesso ha preso la decisione di togliersi la vita:«Sto finendo la mia vita, non per paura della punizione, ma piuttosto perché non sopporto di vivere un altro giorno senza di lei. Ho perso tutto il nostro intero futuro insieme, ogni momento che avremmo potuto amarci. Mi dispiace per la perdita di tutti. Per favore, non rendere la vita difficile alla mia famiglia, hanno perso un figlio e una figlia. La ragazza più meravigliosa del mondo, mi dispiace».