Morte Massimo Bochicchio: sulle indagini l’ombra di un clan mafioso

La morte del “broker dei vip” Massimo Bochicchio lascia parecchi dubbi. Le indagini sul processo in cui era coinvolto, raccontano di denaro sporco e di riciclaggio per conto dei boss mafiosi del clan Santapaola. 

La vita e la morte di Massimo Bochicchio rimangono ancora avvolti nel mistero, ma alcuni elementi recentemente venuti a galla fanno immaginare che l’uomo possa essere stato coinvolto in alcuni affari loschi, forse legati addirittura al crimine organizzato.

L’uomo era diventato un uomo di successo grazie alla sua attività di broker per conto di alcuni vip, ma era anche stato accusato di una maxi-frode a danno di personaggi dello spettacolo e del calcio e dalle ultime indagini risulta anche che fosse anche coinvolto in investimenti illeciti per conto di una persona vicina al clan mafioso dei Santapaola.

LE INDAGINI A SUO CARICO

Bochicchio è morto domenica scorsa a Roma in un incidente d’auto, poco prima che entrasse nel vivo il processo sulle presunte truffe ai vip. E proprio questa morte in una fase così cruciale a destare i sospetti degli investigatori. “Io non ho mai avuto un cliente brutto… i brutti sono i criminali, io ho sempre avuto solo persone estremamente per bene, professionisti” aveva affermato Bochicchio davanti al giudice. Ma secondo un’informativa scritta dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza su Bochicchio “emerge quale consulente finanziario operante sui mercati finanziari prevalentemente per conto di clienti italiani attraverso la società svizzera Kidman AssetManagment“.

E ancora: “Massimo Bochicchio sarebbe stato coinvolto in una vicenda dai profili fraudolenti nella quale avrebbe restituito solo il 40% di un investimento posto in essere per contro di G. B., soggetto, vicino alla cosca mafiosa Santapaola“, insomma l’uomo non avrebbe dato quanto pattuito con un soggetto che non sembrerebbe essere “estremamente per bene, un professionista“. Attualmente Bochicchio con la mafia non c’entra nulla, o almeno dalle indagini della procura di Roma non è mai emerso un elemento incriminante.

Secondo gli investigatori la questione potrebbe essere legata al riciclaggio di denaro e a una truffa ai danni di qualcuno che solitamente è usa a farsi giustizia con le sue mani. Ancora secondo i pm Bochicchio  amministrava “patrimoni sottratti a imposizione fiscale ovvero provento di delitti contro il patrimonio”.

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