L’ultimo collocamento dei titoli di stato italiani avrebbe dovuto essere un successo annunciato e invece ne sono stati collocati il 30% in meno rispetto ad un analogo collocamento del 2020.
Questo dato allarma gli esperti ed è il caso di analizzarlo più nel dettaglio.
Il 30% in meno rispetto ad un collocamento analogo di titoli di stato di 2 anni fa può non sembrare una flessione così decisa.
Ma bisogna ricordare che nel 2020 non c’era il problema dell’inflazione e di conseguenza gli italiani non avevano nessunissimo bisogno di rifugiarsi in un titolo di Stato indicizzato che difendesse dall’inflazione.
I BTP che sono stati collocati in questi giorni invece sono indicizzati e di conseguenza possono ben difendere i risparmiatori dal problema dell’inflazione. Dunque a ben vedere i titoli di stato collocati in questi giorni avrebbero dovuto essere molto più appetibili rispetto a quelli di 2 anni fa. Per prima cosa questi titoli di stato rispondono effettivamente ad un’emergenza e vi rispondono in modo realmente efficace perché sono, appunto, indicizzati all’inflazione.
Quindi a conti fatti i BTP collocati in questo periodo avrebbero dovuto essere sottoscritti in modo veramente vorace dai risparmiatori che con questo strumento trovano effettivamente un rifugio dall’inflazione. L’idea che serpeggia tra gli esperti è che gli italiani non si fidino più come prima dei titoli di Stato. Infatti nel 2020 la BCE comprava titoli di Stato Italiano a piene mani. Quindi con la Banca Centrale Europea che sottoscriveva i titoli di Stato il debito pubblico italiano appariva molto più solido e sostenibile. Ma oggi che la Banca Centrale Europea ha iniziato una linea molto più dura e non sostiene più come prima la nostra economia, gli italiani si fidano decisamente meno dei classici titoli di Stato che sono stati sempre un vero rifugio per i risparmiatori.
Sicuramente non è un bel segnale e purtroppo questo segnale si va ad aggiungere ai tanti allarmi lanciati negli scorsi giorni dagli economisti sulla sostenibilità della situazione economica italiana. Probabilmente tutto questo imporrà all’Italia una nuova stagione di austerità ma altrettanto sicuramente gli italiani di austerità non vogliono neanche sentire parlare. Infatti secondo molti il temuto ritorno alle politiche di austerity da parte dell’Italia e dell’Europa spingerà con forza le destre al potere. Infatti le destre hanno sempre annunciato con grande chiarezza che sono contrarie ai programmi di austerità e questo già si fa sentire nelle ultime elezioni che si sono tenute in vari paesi europei e che hanno visto la sinistra decisamente in difficoltà.
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