Compiuto un primo passo verso la stretta sulle armi negli Stati Uniti. Primo via libera a iniziativa bipartisan.
Si punta al via libera entro sabato. Nel pacchetto anche finanziamenti per la sensibilizzazione nelle scuole e più controlli sui precedenti penali di chi acquista armi.
Prima stretta sulle armi al Senato Usa. Approvata, con 64 sì e 34 no, una proposta di legge bipartisan per arginare la circolazione delle armi da fuoco. Un’iniziativa nata dopo le orribili stragi di Uvalde e Buffalo. I suoi promotori sperano di arrivare ad approvarla in via definitiva entro la giornata di sabato, per poi passare alla Camera.
La legge prevede di rafforzare i controlli sui precedenti penali per gli acquirenti under 21. Ci sono poi finanziamenti per 11 miliardi di dollari per la salute mentale e 2 miliardi di dollari la sicurezza nelle scuole.
Prima del voto al Senato i negoziatori dei due partiti hanno pubblicato il testo del decreto. Al suo interno sono contenuti una serie di controlli supplementari per chi intende acquistare armi da fuoco e finanziamenti statali per attuare le leggi cosiddette “bandiera rossa”, che permettono alla polizia o alle famiglie di chiedere ai tribunali la revocare della licenza per il possesso delle armi da fuoco a persone considerate pericolose.
“Abbiamo completato un testo legislativo teso a proteggere i nostri bambini e le nostre scuole, per contrastare l’ondata di violenza che sta interessando il Paese: il decreto contribuirà a salvare delle vite, e non ostacola in alcun modo i diritti legati al Secondo Emendamento“. Così una dichiarazione congiunta dei senatori Chris Murphy, John Cornyn, Kyrsten Sinema e Thom Tillis.
L’intesa sul testo della proposta è stata raggiunta dopo una serie di punti morti nel corso delle trattative. L’ostacolo più rilevante riguardava la legge federale che vieta agli autori di violenza domestica verso il proprio partner di comprare armi da fuoco. C’era la richiesta di estendere questa misura anche a chi aveva avuto “una relazione stabile di natura romantica o intima” con la vittima.
“Il diritto a possedere armi non sarà sospeso, a meno che non ci sia una condanna per violenza domestica: chi sarà condannato per reati minori associati alla violenza domestica avrà invece l’opportunità di richiedere un ripristino di tale diritto dopo cinque anni”, ha spiegato il senatore Cornyn, che ha condotto i negoziati per conto del Partito repubblicano.
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