A meno di un mese dalla strage, il sindaco di Uvalde ha deciso di abbattere la scuola che fu teatro dell’omicidio di 19 bambini e due docenti. Negli Usa si inizia a ragionare sulla possibilità di una stretta nella vendita delle armi da fuoco.
L’America è ancora spaventata e ferita dalla strage di Uvalde in Texas, quando il 24 maggio scorso un giovane armato, Salvador Ramos, entro nella Robb Elementary School uccidendo 2 insegnanti e 19 alunni. L’America vuole anche dimenticare quel terribile giorno ed evitare che il ricordo possa turbare ulteriormente le menti dei suoi ragazzi.
Per questo motivo Don McLaughlin, il sindaco della città di Uvalde, ha deciso che la scuola verrà abbattuta. “Non si può chiedere a un bambino o a un insegnante di tornare in quella scuola” ha detto, una scelta sostenuta anche dal presidente degli Usa Joe Biden durante una visita dopo la strage.
Ma cancellare non vuol dire negare le responsabilità di ciò che è accaduto, con le forze dell’ordine dimostratesi inadeguate nell’intervenire coraggiosamente e tempestivamente. Molti poliziotti, nonostante fossero pesantemente armati, rimasero immobili durante l’attacco e l’intervento durò molti minuti, tempo in cui si sarebbero potute salvare delle vite.
LA STRETTA SULLE ARMIA NEGLI USA
Ma il dito è puntato anche e soprattutto contro il proliferare di armi negli Stati Uniti e la facilità con la quale è possibile reperire una pistola soprattutto in alcuni stati del Paese. Proprio ieri con 64 voti a favore e 34 contrari, il Senato ha approvato con un primo voto procedurale la proposta di legge di democratici e repubblicani per una stretta sulle armi.
E’ la prima vera riforma in questo ambito dal 1994 negli Usa. Se passasse la legge, ci saranno maggiori controlli su chi acquista armi al di sotto dei 21 anni, un fondo per la sicurezza e il recupero della salute mentale nelle scuole e incentivi agli stati che promuoveranno leggi che prevedono di togliere le armi a persone considerate pericolose. Inoltre saranno vietate ai conviventi che hanno precedenti per abusi domestici.