La Procura ha aperto un’inchiesta in merito ad alcune ossa rinvenute la scorsa domenica in un isolotto nel fiume Brenta
La scorsa domenica pomeriggio, 19 giugno, nonostante vi fosse un divieto di balneazione in un punto del fiume Brenta, un gruppo di persone amiche tra loro, si è recato su un isolotto in mezzo all’acqua, che generalmente è impetuoso.
I presenti hanno scoperto delle ossa fuoriuscite dal suolo. Spaventati, hanno contattato i carabinieri, che hanno sequestrato le ossa. In un primo momento, a vedere le ossa è stato un veterinario, che però, non ha saputo dire se si trattasse di resti umani o meno.
A quel punto la Procura ha aperto un’inchiesta, perché il pm, Roberto D’Angelo, vuole far luce su quei resti riafforati per via dell’assenza d’acqua. La siccità sta interessando tutta la penisola. Data la risposta del veterinario, hanno richiesto uno studio più approfondito, probabilmente a opera di un medico legale, per accertare se si tratti o meno di resti umani o animali.
L’ipotesi per gli inquirenti più attendibile è che siano ossa di animali, perché non lontano dalla riva c’è una zona dove pascolano greggi. Non si può neppure escludere che in quel punto passino mucche. E ancora, non si esclude che quelle ossa possano essere di un cadavere trasportato in quel punto dalla corrente. A dare una risposta saranno il medico legale e le analisi di laboratorio.