Questa mattina si è consumata un’aggressione a danno di medici e operatori sanitari presso il pronto soccorso di un ospedale della capitale.
Non è il primo episodio di violenza accaduto nelle ultime settimane. L’ospedale denuncia e chiede zero tolleranza per violenze di questo genere.
Ancora un caso di violenza al pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni Addolorata di Roma. Lo ha reso noto stamattina l’azienda ospedaliera sui social. È l’ennesima aggressione contro medici e operatori sanitari.
Poco più di una settimana fa, il 13 giugno, altri tre infermieri del pronto soccorso erano stati aggrediti. Stessa musica il 3 giugno, quando due uomini, padre e figlio di 67 e 47 anni, avevano aggredito un’infermiera e un assistente al triage. I due si erano spazientiti perché non ricevevano notizie di un loro parente ricoverato qualche ora prima. Finché non sono esplosi, poco dopo le 22. Così sono partiti urla, insulti e spintoni. Perfino uno schiaffo a due dipendenti del reparto. Per placarli è stato necessario l’intervento dei carabinieri.
Ancor più grave quanto successo a fine dicembre 2021, quando un paziente in stato di agitazione aveva staccato a morsi il dito a un’infermiera.
“Tolleranza zero verso ogni forma di aggressione, verbale e fisica”
Uno stillicidio che ha portato a una dura presa di posizione da parte dell’azienda. Come testimonia la dichiarazione, riportata sul canale social, del direttore generale Tiziana Frittelli: “Dobbiamo dire basta con forza. Siamo di fronte ad un cortocircuito culturale che va immediatamente interrotto. Serve tolleranza zero verso ogni forma di aggressione, verbale e fisica – insiste il direttore generale – Dobbiamo tutti fare quadrato al fianco di chi lavora in prima linea. È aberrante che la violenza si scateni sempre su chi è comunque presente, disponibile a prestare assistenza h24″.
“Per superare questo stallo culturale, questa barriera di divisione con gli utenti – spiega Frittelli – c’è bisogno di tutti: della politica, che sappia lanciare una vera riforma organizzativa del sistema, adeguandolo al nuovo quadro sociale ed epidemiologico; delle organizzazioni sanitarie, che debbono mostrare sensibilità consapevole dei problemi di tutti gli operatori e professionisti, e innanzitutto della stampa, che non colpevolizzi le strutture e gli operatori proprio nei momenti di massima crisi. I cittadini devono saper apprezzare e preservare il bene prezioso del nostro servizio sanitario e dei suoi eccellenti operatori. È miope – evidenzia il Dg – cercare le cause all’interno delle nostre strutture”.