La primavera appena terminata si è classificata come la sesta più calda di sempre nella storia del pianeta.
Alte temperature e scarse precipitazioni: una combinazione letale per foreste, allevamenti e coltivazioni.
Roghi triplicati, un incendio ogni due giorni da inizio anno. È il quadro che emerge al termine di una primavera che si classifica come la sesta più calda nella storia sul pianeta. A dirlo è Coldiretti, che ha elaborato i dati Effis relativi all’ultima ondata di caldo, con l’anticiclone Caronte che in Italia ha fatto schizzare i termometri oltre i 40 gradi.
L’Italia intanto brucia, si moltiplicano i roghi da nord a sud del Paese. Zero pioggia e alte temperature: un mix che ha inaridito i terreni nelle aree più a rischio di incendi. Favorendo così, auspice il cambiamento climatico, incendi sempre più frequenti e intensi. Gli incendi estremi, secondo stime Onu, sono destinati ad aumentare del 14% entro il 2030 e addirittura del 50% entro la fine del XXI secolo.
Solo nel 2021 in Italia 150 mila ettari di territorio sono andati in fumo, bruciati da 659 incendi. Un bilancio reso ancor più drammatico dai danni della siccità, con le precipitazioni dimezzate rispetto all’anno scorso, ma con percentuali ancora più alte al Nord. Coldiretti parla di una vera e propria emergenza nazionale, con allevamenti e coltivazioni che stanno patendo una catastrofe climatica che si preannuncia peggiore di quella già devastante del 2003.
Un effetto del cambiamento climatico dove eventi atmosferici un tempo straordinari diventano sempre più ordinari. Il surriscaldamento produce eventi estremi sempre più frequenti, oltre a sfasamenti stagionali che vanno a sconvolgere i cicli normali delle colture. Riflettendosi sulla raccolta e, di conseguenza, sulla disponibilità dei prodotti per i consumatori.
Il presidente della Coldiretti Ettore Prandini chiede così misure d’emergenza al premier Draghi: “A fronte di una crisi idrica la cui severità si appresta a superare quanto mai registrato dagli inizi del secolo scorso, chiediamo che venga dichiarato al più presto lo stato di emergenza nei territori interessati, tenuto conto del grave pregiudizio degli interessi nazionali”. Così in una lettera inviata al presidente del Consiglio sull’eccezionale siccità che sta soffocando la Penisola. Prandini sollecita “l’intervento del sistema della Protezione civile per coordinare tutti i soggetti coinvolti, Regioni interessate, Autorità di bacino e Consorzi di bonifica, e cooperare per una gestione unitaria del bilancio idrico”.
In aggiunta alle misure per immediate per assicurare l’approvvigionamento alimentare, al presidente di Coldiretti “appare evidente l’urgenza di avviare un grande piano nazionale per gli invasi”. Un piano che Coldiretti propone da tempo. “Raccogliamo – spiega Pradini – solo l’11% dell’acqua piovana e potremmo arrivare al 50% evitando così’ situazioni di crisi come quella che stiamo soffrendo anche quest’anno”.
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