Diversi i dubbi sulla morte dell’uomo accusato di una maxi-frode a danno di personaggi dello spettacolo e del calcio.
Oggi era atteso davanti ai giudici del Tribunale di Roma. Non chiara la dinamica dell’incidente che gli è costato la vita.
È morto ieri a mezzogiorno Massimo Bochicchio, 56 anni, conosciuto anche come il «broker dei vip», tra i quali Antonio Conte, Marcello Lippi, El Sharaawy. Si è schiantato con la sua moto, una Bmw, all’altezza del civico 875 della via Salaria. Lascia la moglie e i due figli adolescenti.
Tutto è successo in pochi secondi, sulla via ormai infuocata da una calura estiva. Il mezzo prima ha sbandato, finendo fuori strada. Poi ha preso fuoco, esplodendo. Niente da fare per il broker.
O almeno pare, perché ci sono dubbi sulla dinamica dell’incidente. Inizialmente è parso che, dopo aver perso il controllo della moto, Bochicchio fosse finito a tutta velocità contro un muro. Causando l’esplosione nell’impatto, col rogo che lo ha avvolto mentre ancora guidava la moto. Ma potrebbe anche essere andata diversamente, ovvero con la moto finita contro il muro dopo essere esplosa. Decisive saranno le testimonianze raccolte dagli agenti della municipale. Qualcuno infatti ha assistito al terribile schianto.
Interrogativi che rimangono e altri enigmi che affiorano. Bochicchio, che stamattina avrebbe dovuto assistere in tribunale alla terza udienza del suo processo, si trovava ancora ai domiciliari. Il giudice lo aveva autorizzato a fare visite e controlli medici, frequenti e indispensabili, per il diabete di cui soffriva. Certo appare strano che dovesse farli proprio di domenica e lungo un tragitto molto lontano da casa (al Parioli).
La sua situazione giudiziaria avrebbe potuto avere una svolta. Bochicchio, imputato per esercizio abusivo dell’attività finanziaria e riciclaggio, era ancora sotto osservazione. A breve i magistrati avrebbero ottenuto di poterlo convocare. L’avvio del processo infatti non aveva arrestato le indagini nei suoi riguardi. E i magistrati stavano valutando ulteriori elementi apportati dalle parti offese. Il broker avrebbe potuto essere di nuovo arrestato.
Apparentemente non sembrano esserci giallo sulla morte del broker accusato di aver sottratto più di 300 milioni di euro ai suoi clienti. Ma che si sia trattato solo di una guida imprudente resta ancora dubbio. Nella giornata di oggi la Procura potrebbe aprire un’inchiesta per fare chiarezza sulla sua scomparsa. E capire se, dopo le perdite milionarie di alcuni dei suoi clienti (34 dei quali lo hanno denunciato), ci siano state pressioni psicologiche e ritorsioni nei suoi confronti. In sostanza, per capire se qualcuno possa averlo spinto addirittura al suicidio.
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