La professoressa Bianco, nel 2015, fu sospesa da docente e spostata in segretaria poiché si era recata in classe vestita da donna
L’hanno trovata senza vita, carbonizzata circa sette giorni fa, nel camper dove abitava, l’insegnante Cloe Bianco. Si è suicidata appiccandosi fuoco, dopo averlo comunicato online, e ora sulla sua vicenda si stanno scatenando molte polemiche, accuse e pure minacce di morte tramite social.
Nel 2015, Bianco fu sospesa dalla sua attività di insegnante e messa in segreteria, poiché si era recata in classe vestita da donna. In quel periodo, l’assessore alle Pari Opportunità del Veneto, Elena Donazzan, si schierò contro l’insegnante, dando voce alle proteste dei genitori di alcuni allievi della scuola. Ecco perché oggi viene attaccata sui suoi social, rispondendo agli attacchi così:«È sconvolgente», ha detto a Radio 24, «che il movimento Lgbt stia usando la morte tragica di una persona per fare una polemica politica. Io credo che chi ha lasciato solo il professor Bianco sia proprio il movimento Lgbt».
«Sentire la propria sessualità in modo diverso, particolare, omosessuale, transessuale è una cosa» ha commentato ancora Donazzan, «ma non è la scuola il luogo della ostentazione perché di questo si trattò. Perché dire che si è omosessuali è una affermazione, presentarsi in classe, perché questo accadde, con una parrucca bionda, un seno finto, una minigonna e i tacchi è un’altra cosa». L’assessora Donazzan spiega che «da tre giorni i miei social sono attaccati con minacce di morte, con parole d’offesa a me e alla mia famiglia, alla mia vita».
Subito alle parole di Donazzan ha replicato il deputato dem, Filippo Sensi:«Per chi è, per cosa ha detto, per cosa ha ripetuto ancora oggi Elena Donazzan, è intollerabile che ricopra ancora quel ruolo istituzionale. Intollerabile. Senza alcuna scusante. Se ne deve andare. La peggiore destra, la più totale mancanza di rispetto, umanità, decenza».
Una delle ex studentesse della professoressa Bianco, Sara, ha ricordato:«Era la mia professoressa e la cosa peggiore è che i genitori in primis la vedevano come un fenomeno da baraccone facendo code lunghissime ai colloqui con lei, solo per vederla di persona e poi deriderla. Purtroppo la mia scuola aveva professori e preside che non avevano tatto nelle cose, sono stati i primi a parlarne con disprezzo», ha chiosato.