Quattro messaggi a luci rosse e il video pornografico: così l’autista Atm ha investito e ucciso una donna col bus mentre chattava con lo smartphone.
Una circostanza molto grave che ha portato al rinvio a giudizio per la morte della passante travolta dal mezzo.
«Ciao tesoro tutto ok?». È l’unica parte riferibile, si legge sul Corriere della Sera, della chat di Messenger dove l’autista del bus 727 stava concordando un incontro a luci rosse mentre si trovava alla guida del mezzo pubblico in via Gorki, il lungo rettilineo che corre lungo il perimetro del Parco Nord di Cinisello Balsamo, nell’hinterland nord di Milano.
La chat hot si interrompe alle 15.25 dell’11 dicembre 2020. Un orario decisivo nella contestazione del reato di omicidio stradale avanzata dalla procura di Monza a carico del conducente Atm. Sono le 15.27, infatti, quando Areu, l’agenzia per il soccorso regionale della Lombardia, registra la chiamata che chiede soccorsi in via Gorki, all’altezza delle strisce pedonali del numero civico 77.
L’autobus Atm (l’azienda del trasporto pubblico milanese) aveva appena investito Cristina Conforti, 53 anni, madre di due figli e impiegata del vicino comune di Bresso. Stava rientrando da una passeggiata nel parco. E mentre stava attraversando le strisce viene travolta dal bus guidato dall’autista, un 49enne brianzolo. Che proprio in quel momento si stava scambiando messaggi pornografici su Messenger, stando alle conclusioni del sostituto procuratore Michela Versini. Per il conducente gli inquirenti hanno chiesto il rinvio a giudizio. L’udienza è prevista per il 22 giugno di fronte al Gup Marco Formentin.
Un ruolo decisivo, per l’andamento delle indagini, lo hanno avuto gli accertamenti disposti dal pm sul cellulare dell’autista, svolti dal consulente tecnico Maria Pia Izzo. Il pm aveva disposto anche il sequestro dell’hard disk delle telecamere interne del mezzo, che però non ha dato esiti perché le telecamere erano guaste. La dinamica dell’incidente è stata in parte registrata da un altro mezzo pubblico che passava in quello stesso istante.
Ma ad aggravare decisamente la posizione del conducente è stata la perizia sul telefonino. Che ha evidenziato come il 49enne fosse impegnato in una conversazione per concordare prestazioni sessuali con un’altra persona. In totale l’autista ha mandato quattro messaggi, ciascuno con la relativa risposta, tra le 15.20 e le 15.25. Alle 15.42 l’interlocutore gli invierà anche l’estratto di un video di pornhub. La tragica morte della vittima invece va collocata poco prima delle 15.27.
Una circostanza gravissima, se confermata, inserita nello stesso capo d’imputazione. L’Atm ha fatto sapere che l’autista, subito dopo l’incidente, è stato immediatamente sospeso dalla guida come da altre attività collegate al servizio su strada. In attesa del giudizio, l’azienda lo ha destinato ad altre mansioni.
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