Filomena Galeone, uccisa dal figlio 17enne con 30 coltellate: l’aveva sgridato per la Playstation

Il minore fermato per il delitto della madre:«Non volevo, l’amavo». Il padre afferma che resterà accanto al figlio

Interrogato dal pm minorile, il giovane di 17 anni che mercoledì sera, 15 giugno, ha ucciso la madre adottiva, Filomena Galeone, a Napoli, colpendola con 30 coltellate, ha detto:«Le volevo bene, non avevo intenzione di ucciderla».

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L’omicidio della donna, 61 anni, è occorso in un’abitazione in centro storico. Per il minore, il fermo è giunto durante la notte, con l’accusa di delitto aggravato da crudeltà e legame di convivenza. L’omicidio di Filomena, psichiatra e dirigente medico che lavorava all’Asl di piazza Nazionale, è occorso all’apice di un litigio, mentre madre e figlio erano soli in casa.

La donna ha sgridato il ragazzo per una ricarica della Playstation a suo parere alquanto esosa, sui 100 euro. Poi ha parlato al telefono con la sorella e ha proseguito nel commentare l’accaduto: forse questo avrebbe fatto scattare il raptus del minore. Verso le ore 20 ha inveito contro la madre in modo furioso, colpendola con trenta fendenti. Poi, macchiato di sangue, è uscito diverse volte sul balcone in lacrime, urlando frasi, in certi frangenti per nulla chiare.

Prima ha detto che la madre avrebbe tentato il suicidio, poi ha detto di non intendeva farle male. In molti lo hanno notato e ripreso in dei video, poiché la zona in cui vive, quella delle rampe San Giovanni Maggiore è a breve distanza da piazza del Gesù e dell’Università Orientale, molto frequentata da giovani e turisti.

Il 17enne si è poi barricato nell’appartamento e alla polizia che lo esortava ad aprire ha replicato di non possedere le chiavi, ragion per cui sono sopraggiunti i vigili del fuoco per forzarla. La scena che i poliziotti si sono trovati di fronte è stata da gelare il sangue: tracce ematiche ovunque e il cadavere massacrato di Filomena sul letto.

Il marito della donna, medico neurologo, è giunto sul posto e dall’inizio ha detto che, nonostante il tremendo dolore, intende restare al fianco del figlio, adottato in Lituania diversi anni fa, supportandolo in ogni modo. I poliziotti hanno arrestato il giovane in tarda serata e anche questa scena è stata ripresa dai cellulari. Diverse persone hanno sentito il minore urlare:«Adesso vado a Nisida».

I vicini di casa descrivono il 17enne come un giovane calmo, educato, taciturno, riservato, ma mai violento. Nessuno di chi lo conosceva avrebbe mai pensato che avrebbe potuto esplodere in modo così violento, tant’è che mercoledì sera i vicini avevano pensato sul serio che Filomena si fosse suicidata.

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