Buoni spesa emessi dal Comune durante la pandemia in cambio di prestazioni sessuali. La procura accusa l’ex primo cittadino di Pozzuoli.
Tre gli episodi contestati al sindaco uscente, giunto al termine del secondo mandato consecutivo.
Buoni spesa in cambio di sesso. Lo contesta la procura di Napoli al sindaco uscente di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia. Un’accusa mossa nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti del Rione Terra di Pozzuoli che coinvolge l’ex sindaco e l’ex componente della direzione nazionale del Pd Nicola Oddati.
Sarebbero tre, riferisce la stampa, gli episodi contestati a Figliolia. Episodi risalenti a inizio anno, secondo le circostanze emerse nel decreto di perquisizione depositato al Riesame. In quelle occasioni avrebbe consegnato a una quarantenne indigente dei buoni spesa “Covid 19” in cambio di rapporti sessuali consumati nell’ufficio del sindaco.
Ipotesi concussione e peculato
La procura ipotizza per Figliolia i reati di concussione e peculato. Il sindaco uscente di Pozzuoli, assistito dall’avvocato Luigi De Vita, deve già rispondere di turbativa d’asta e corruzione.
Nel frattempo ha preso parte alle elezioni comunali di Pozzuoli con la lista “Figliolia per la città” a supporto della candidatura di Paolo Ismeno (che andrà al ballottaggio con Luigi Manzoni). La lista ha fatto il pieno di voti (la più votata a Pozzuoli con il 14,26%) e Figliolia ha avuto il più alto numero di consensi in Consiglio comunale, 1.498.