Incentivi pubblici offerti ad aziende per assumere usati per precariato part time e stagionali

Gli incentivi offerti dal Governo alle aziende per agevolare le assunzioni rendono ancor più precario il mercato del lavoro del nostro Paese. Ecco perché

Gli incentivi che il governo italiano ha offerto alle aziende per agevolare le assunzioni, rendono invece maggiormente precario il mercato del lavoro del nostro Paese, che nel mese di aprile ha mostrato un aumento record di contratti a tempo determinato.

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Infatti, oltre la metà degli 1,1 milioni di posti prodotti nel 2021 usando la Decontribuzione Sud approvata l’anno precedente, sono a tempo determinato. L’altro 18% dei casi invece vede contratti stagionali.

Pure l’Incentivo donne, che se si richiede tra il 2021 e il 2022 assicura un esonero completo dai contributi, ha visto contratto per il 45% a tempo indeterminato (in maggioranza part time) e il 47% a tempo determinato, somministrazione al 5%  e stagionali al 2%. E intanto, mentre la maggioranza discute sugli interventi da porre in essere per far crescere il denaro a disposizione dei lavoratori dipendenti, l’Inapp spiega che gli incentivi pubblici invece di rimuovere il problema del precariato lo protraggono.

Sebastiani Fadda, che presiede l’Inapp, spiega: «Per ridare dignità al lavoro gli incentivi dovrebbero premiare quelle imprese che scommettono sul futuro e non sulla precarietà. È necessaria una profonda riflessione sulla strategia competitiva che molte imprese applicano da anni, basata sulla compressione del costo del lavoro attraverso l’accentuazione di una flessibilità spuria», chiosa.

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