Il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, asserisce che ci sono una marea di bonus da smaltire.
Una giungla di bonus che «andrebbe disboscata». Questa è la situazione illustrata dal ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, in merito al Superbonus 110%. Il ministro aggiunge tale giungla di bonus sarebbe da “disbocare”, «valutando quelli che sono effettivamente utili e quelli che non lo sono».
Dai dati Enea sul Superbonus del mese di maggio, emerge che in quel mese i lavori prenotati e ammessi al sostegno hanno raggiunto i 33,7 miliardi, a fronte di 33,3 miliardi stanziati. A tal proposito, Giorgetti ritiene che «i bonus hanno svolto un ruolo meritorio, ma meriterebbero una razionalizzazione, appunto, perché sicuramente non posso pensare a un aumento della tassazione» per riuscire a finanziarli.
Il governo dunque è posto di fronte a un autentico dilemma, poiché da un lato intende proseguire nel supportare famiglie e aziende, e dall’altro i margini per fornire tali ausili diminuiscono. Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, non intende attuare «nuovi scostamenti di bilancio», per cui, o in Europa si ingegnano con nuovi sistemi di supporto comune alla ripresa, sui passi del Recovery Fund o fondo Surem oppure bisognerebbe alzare le imposte, ipotesi che nessuno intende prendere in considerazione.
I bonus sono numerosi e fare un censimento non è facile, poiché da quando l’emergenza Covid ha avuto inizio i decreti del governo sono stati diversi. Secondo la Cgia di Mestre, pur volendo restringere il cerchio su quelli in vigore, sono «poco più di una quarantina e in questo ultimo triennio (2020-2022) si stima che costeranno allo Stato almeno 113 miliardi di euro».
Ma questa somma non include tutti i contributi a fondo perduto né l’ammontare del Superbonus già riservato. Nello specifico, i bonus attualmente vigenti riguardano vari settori, da quelli per la famiglia a quelli per aziende e lavoratori, a quelli per la mobilità.