NASA, al via le indagini speciali sugli UFO: “Troppe le cose che non capiamo sull’universo”. Un ingresso nel “campo dell’ignoto” che non fa temere rischi per la reputazione.
La Nasa sta allestendo una squadra speciale per studiare gli avvistamenti di fenomeni aerei non identificati (UAP), e portare così avanti la ricerca scientifica in merito a quei misteri che vengono comunemente chiamati UFO. Lo studio, spiega l’agenzia statunitense, analizzerà i dati attualmente esistenti sugli avvistamenti segnalati, avvistamenti che non possono essere spiegati come “velivoli” o “fenomeni naturali noti”. L’intento è dunque anche quello di stabilire nuovi metodi per “portare avanti la comprensione scientifica degli UAP”.
“Abbiamo gli strumenti necessari, e un team di persone che possono aiutarci a migliorare la nostra comprensione dell’ignoto“, ha affermato Thomas Zurbuchen, amministratore associato della NASA per la scienza. “I fenomeni non identificati nell’atmosfera sono di interesse comune, sia per la sicurezza nazionale che per la sicurezza aerea. Stabilire quali di questi eventi siano naturali fornisce un primo, fondamentale passo per identificare o mitigare tali fenomeni”, ha poi evidenziato Zurbuchen.
Un team di ricerca per studiare avvistamenti UFO inspiegabili
Lo studio dovrebbe prendere il via già da questo autunno. A dichiararlo la stessa NASA, nella giornata di giovedì. E avrebbe anche dichiarato di essere interessata agli UAP dal punto di vista della sicurezza internazionale: al momento, infatti, non sussistono prove che indentificano gli UAP come fenomeni di origine extraterrestre. L’agenzia, che ha già riunito un team di ricercatori ad hoc e ha già raccolto tutti gli strumenti necessari allo scopo, ha dichiarato che lo studio dovrebbe durare circa nove mesi.
“La NASA ritiene che gli strumenti della ricerca scientifica siano molto potenti, e possano applicarsi anche in questo campo”, ha affermato Thomas Zurbuchen, amministratore associato della direzione della missione scientifica presso il quartier generale della NASA, a Washington, DC. “Abbiamo accesso a un’ampia gamma di osservazioni della Terra dallo spazio, e questa è la linfa vitale dell’indagine scientifica. Abbiamo strumenti e ricercatori che possono aiutarci a migliorare la nostra comprensione dell’ignoto. Questa è la definizione stessa di cosa sia la scienza. Questo è quello che facciamo”, ha sottolineato Zurbuchen.
Ribadendo, inoltre, che non si tratta di una questione (“rischio”) di “reputazione“. “La nostra ferma convinzione è che la sfida più grande di questi fenomeni sia il fatto che appartengano ancora a un campo povero di dati“, ha spiegato l’amministratore. La Nasa, tuttavia, “ha una posizione privilegiata per affrontare gli UAP”, ha spiegato Daniel Evans, uno dei responsabili della ricerca. “Chi meglio di noi può utilizzare il potere dei dati e della scienza per capire costa sta accadendo nei nostri cieli?”, ha incalzato l’esperto.
Lo studio, i cui costi non supereranno i 100.000 dollari, sarà guidato dall’astrofisico David Spergel, presidente della Simons Foundation per il progresso della ricerca scientifica. In una conferenza stampa, Spergel ha affermato che “dobbiamo affrontare tutte queste domande con un senso di umiltà”. “Ho trascorso gran parte della mia carriera come cosmologo. Posso dirvi che non sappiamo cosa costituisce il 95% dell’universo. Quindi sono ancora tante le cose che non capiamo“, ha chiosato l’esperto.