Otto anni ed otto mesi di reclusione per Antonio Libardi, che nel 2020 sparò al figlio di 28 anni: la sua versione dei fatti (“pensavo fosse un ladro”) non ha convinto i giudici.
Una vicenda anomala e per certi versi oscura: un padre che spara al figlio, ferendolo alla spalla, e sostenendo poi di averlo scambiato per un ladro. Ma la ricostruzione dei fatti, secondo il PM e poi anche secondo il giudice, non è quella da lui raccontata. Ed è arrivata la condanna.
Era il 21 maggio del 2020: Antonio Libardi (questo il nome dell’uomo) vide un uomo aggirarsi tra i capannoni della sua autodemolizione. Si insospettisce e spara, colpendo l’intruso. O meglio, il presunto tale,. perchè ad essere raggiunto da uno dei due proiettili esplosi fu il figlio di 28 anni. Libardi sostenne allora di non averlo riconosciuto: una storia che non convinse il P M, che richiese per lui otto anni di carcere. E nemmeno il Gup del tribunale di Benevento, in realtà: per Libardi è infatti arrivata la condanna per tentato omicidio del figlio. 8 anni e 8 mesi di reclusione: questa la pena inflitta al genitore che, dopo aver sparato al figlio, nascose l’arma – una calibro 38 con matricola cancellata e risultata rubata tempo prima a Roma – nell’intercapedine di un’auto da demolire. Il figlio comunque non subì conseguenze gravi dal colpo di pistola ricevuto.
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