Le indagini sul rave del 2 giugno sul Lago di Garda, nel Veronese, proseguono a tutto tondo. Le giovani molestate potrebbero essere molte di più.
Ma le violenze e le risse non si sono verificate solo in provincia di Verona, potrebbero essersi spinte fino a Jesolo.
Potrebbero essere molte di più le ragazze molestate dopo il rave di Peschiera del 2 giugno scorso. Lo rivela all’AGI il procuratore di Verona Francesco Bruni. È lui a seguire l’indagine aperta dopo che il rave, organizzato sui social, è sfociato in una mega rissa, con lo strascico delle violenze sessuali denunciate da cinque ragazze milanesi, molestate sul treno di ritorno che da Peschiera le stava riportando nel capoluogo lombardo.
Le indagini vanno avanti, ha fatto sapere il procuratore, anche se per il momento “il fascicolo resta aperto contro ignoti”. Finora “sono 5 le ragazze molestate ma potrebbero essere molte di più, per ora diciamo che sono cinque le denunce“, ha aggiunto Bruni invitando eventuali altre vittime a sporgere denuncia, anche se, considerata la gravità del reato, una volta accertata la dinamica dei fatti, si procederà anche d’ufficio.
Non trapela molto dalla questura veronese che indaga sulla maxi-rissa. Di certo c’è che le indagini proseguono per cercare sia di fare chiarezza sull’organizzazione del rave sia per capire come sia potuto degenerare a tal punto. Gli investigatori in queste ore si stanno focalizzando su un video apparso su TikTok per annunciare il raduno chiamando a raccolta, tra Peschiera e Castelnuovo, oltre duemila ragazzi. Stando alle indiscrezioni sarebbero almeno una trentina le persone coinvolte nell’indagine, in particolare per le molestie alle sei adolescenti milanesi sul treno.
Il rave del 2 giugno, con centinaia di giovani ‘convocati’ via social a Peschiera sul Lago di Garda, è velocemente degenerato. Subito sono partiti gli scontri, le aggressioni e gli atti di vandalismo. Forse a accendere la miccia è stato un furto. Ad ogni modo ci sono le immagini su TikTok e altri social che mostrano gli scontri tra i ragazzi, le aggressioni ai passanti, giovani intenti a camminare sopra le auto in sosta.
A disperdere la folla ha provveduto la polizia, in tenuta antisommossa. Gli agenti hanno poi identificato alcune decine di ‘esagitati’. Ma non era finita lì, perché cinque giovanissime tra i 16 e i 17 anni, di ritorno da Gardaland, hanno denunciato di essere state vittime di molestie sessuali, in pieno giorno, sul treno che le stava riportando a Milano. I molestatori, è una delle ipotesi al vaglio degli investigatori, potrebbero essere stati alcuni dei giovani che avevano preso parte al rave. Le ragazzine, impaurite, non si sarebbero rivolte immediatamente alla polizia, ma ai genitori. Solo successivamente la denuncia è arrivata alla polizia milanese che ha fatto partire le indagini.
Qualche ora dopo il rave ci sono state diverse risse anche in provincia di Venezia, in particolare a Jesolo. Molti gli episodi nel fine settimana, con scontri finiti a pugni e schiaffi tra giovani ubriachi. Si stima che a Jesolo per il ponte del 2 giugno siano arrivate più di 200 mila persone. Si è così riaccesa la polemica sulle discoteche, ancora chiuse, che in tanti vedono come una valvola di sfogo per molti giovani che, non avendo altro di meglio di fare finiscono per incontrarsi in strada o in piazza con scatoloni di alcolici e superalcolici. Il sindaco locale, Valerio Zoggia, nel frattempo ha fatto saper che chiederà più forze dell’ordine al prefetto di Venezia.
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