L’ex-compagno le ha sparato mentre la donna tornava da scuola dove aveva appena accompagnato i figli. L’assassino è stato rinvenuto morto nella sua auto insieme alla fidanzata.
Un caso di doppio femminicidio imperversa sulla morte di Lidia Miljkovic, donna 42enne di origine serba, deceduta a Vicenza nel quartiere Gogna, in seguito alla violenza dell’ex-compagno che le avrebbe sparato con una pistola.
L’uomo ha intercettato Lidia nella sua auto dopo che questa aveva lasciato a scuola i figli di 14 e 16 anni, facendo esplodere dei colpi in direzione della vettura. Alcuni testimoni riferiscono di avere udito sei spari, prima di fuggire l’omicida avrebbe fatto esplodere alcuni ordigni.
L’assassino si è poi dato alla fuga dalla polizia, la quale ha posizionato posti di blocco in tutta la zona con tanto di reparti speciali ed elicottero, per cercare di intercettarlo. Alla fine è stato trovato anch’egli morto, il corpo giaceva in un’automobile ferma in una piazzola della tangenziale ovest di Vicenza. Ma non era solo, infatti nella macchina c’era anche il corpo della sua fidanzata. L’uomo potrebbe averla uccisa ed essersi poi tolto la vita. Sul posto sono dovuti intervenire gli artificieri, temendo che dentro l’auto potessero essere stati piazzati altri ordigni.
IL RACCONTO DEL TITOLARE
Secondo datore di lavoro di Lidia, l’ex-compagno era un uomo pericoloso e violento ed esprime stupore sul perché non si sia intervenuti prima per evitare la tragedia. L’uomo infatti “le aveva fracassato il cranio, è stata anche ricoverata all’ospedale“, in questo periodo si era dovuta mettere in malattia.
“Lidia viveva a Schio, da circa un anno era la compagna di mio fratello e si stavano un po’ sistemando dopo alcune vicissitudini – spiega -. I problemi con l’ex marito erano noti, eravamo preoccupati perché la situazione è era conosciuta. Mi stupisco degli assistenti sociali e di qualche giudice. Erano in tribunale da anni, non so se ci sia stato un allontanamento“.