È mandato d’arresto in Russia per lo scrittore di libri di fantascienza Dmitry Glukhovsky. Nel mirino i post e gli articoli dell’autore contro il governo e l’invasione russa dell’Ucraina.
Secondo quanto viene riportato da The Moscow Times, un tribunale russo ha ordinato l’arresto in contumacia del giornalista e scrittore di libri di fantascienza Dmitry Glukhovsky, che ora rischia fino a 10 anni di carcere a seguito delle critiche mosse contro la campagna militare russa in Ucraina.
Il 42enne, autore del romanzo “Metro 2033″ e che si ritiene si sia temporaneamente trasferito all’estero, si era espresso contro l’offensiva in post alcuni sui social media, e aveva pubblicato diversi articoli opinionistici per i media occidentali. Nello specifico, però, a far finire nel mirino l’autore pare sia stato un post Instagram, dove avrebbe screditato l’esercito russo e avrebbe incolpato il presidente Vladimir Putin per l’offensiva in Ucraina.
“Sono stato accusato di aver screditato le forze armate russe per un post su Instagram”, ha spiegato l’autore sempre tramite social. Proseguendo: “Sono pronto a ripetere tutto ciò che ho già detto in quell’occasione: ‘Fermate la guerra! Ammettete che questa è una guerra contro l’intera nazione e fermatela!”. Glukhovsky, si sottolinea, aveva lavorato anche per l’emittente Rt.
La politica di repressione russa
Il ministero dell’Interno ha inserito l’autore di Metro 2033, un romanzo di finzione post-apocalittico del 2002, nella lista dei ricercati. Ennesimo caso di una politica di repressione fortissima contro le voci dei dissenzienti, e che non ha precedenti. Le autorità hanno infatti introdotto per l’occasione una legge che impone una condanna fino a 15 anni di reclusione per la pubblicazione di informazioni sui militari ritenute false dal governo.
Anche per questo, allora, decine di migliaia di russi hanno lasciato il Paese dall’inizio della campagna militare di Mosca in Ucraina. Glukhovsky, dal canto suo, ha condiviso le sue posizioni contro la guerra in Ucraina in molti media, tra cui RFE/RL. I mezzi di comunicazione di tutta la Russia sono stati tuttavia “istruiti” dal governo stesso, e sanno bene che le azioni di Mosca in Ucraina non possono essere definite come “guerra” o “invasione”, quanto piuttosto come “operazione militare speciale”.
La legge fermata all’inizio di marzo dal presidente Vladimir Putin rende inoltre illegale “fare appelli contro l’uso delle truppe russe per proteggere gli interessi della Russia”, così come anche appelli atti a “screditare l’uso delle forze militari”. In questo senso, per tali reati è prevista una pena fino a tre anni di reclusione. La stessa disposizione si applica alle richieste di sanzioni contro la Russia.