Sembra stare meglio il bambino di tredici mesi buttato in cortile dalla tata dal secondo piano dell’abitazione familiare.
È stato provvidenziale per salvarlo l’intervento tempestivo della colf, la prima a soccorrerlo e a chiamare i soccorsi.
Respira autonomamente il bimbo di 13 mesi lanciato dalla finestra di casa dalla babysitter. Le sue condizioni appaiono in via di miglioramento dopo il tremendo volo dalla finestra del secondo piano a Soliera, nel Modenese. I dottori dell’Ospedale bolognese Sant’Orsola lo hanno estubato, riferisce il Corriere della Sera. La prognosi resta riservata, ma i medici professano un cauto ottimismo.
Nei giorni scorsi è arrivata la confessione della bambinaia 32enne, che ha ammesso di aver gettato il bambino dalla finestra in preda a uno stato confusionale. Ora la donna è agli arresti, guardata a vista da un team di medici e psicologi per il timore che possa lasciarsi andare a gesti di autolesionismo.
L’intervento provvidenziale della colf
Quel giorno col bambino e la babysitter c’era anche la signora Anna, 45 anni, colf della famiglia. A soccorrere il piccolo caduto al suolo e a chiamare i soccorsi è stata proprio lei. La balia, ha spiegato, le si è avvicinata per dirle che adesso il bambino sarebbe stato libero. Così si è insospettita ed è andata alla ricerca del piccino scoprendolo riverso al suolo fuori dall’abitazione.
La signora Anna ha mantenuto la calma riuscendo a scuoterlo, a farlo vomitare e a liberargli le vie aeree: «Dio mi ha dato la forza di aiutare il bimbo in quel momento terribile. Io sono molto credente e anche adesso continuo a pregare incessantemente», ha detto la colf. Sulla tata la donna non formula un giudizio negativo. Spiega anzi che le è sempre apparsa come una brava ragazza: «Non si vedeva niente di strano e si era sempre comportata bene».