Cremona Pride, boom di polemiche per la Vergine Maria a seno scoperto: “Blasfemia, ignoranza e arroganza”. Nel mirino è finito anche il sindaco della città, che ha patrocinato l’evento.
Boom di polemiche dopo il primo Cremona Pride. Si grida alla “blasfemia“, dopo l’esibizione in corteo di una statua a grandezza naturale, travestita da Madonna, fatta sfilare con entrambi i seni scoperti e abiti provocatori. La statua, portata in spalla da un gruppo di manifestanti, ha in particolare suscitato i dissensi da parte di diversi esponenti di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia.
Secondo i politici, infatti, non sarebbe cosi, “con questo modo squallido e irrispettoso della fede cristiana, che si rivendicano i diritti” della comunità Lgbtqia+. E il polverone si è subito amplificato sui social, attraverso i quali è stato preso di mira anche il sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, lo stesso che ha concesso il patrocinio concesso all’evento.
“Contento, ma capisco le perplessità”
Ad esprimersi in merito alla statua, portata su un baldacchino da alcuni manifestanti del corteo, è stato anche Giovanni Arvedi. L’imprenditore dell’acciaio, patron della Cremonese rientrata in serie A e mecenate della città, ha infatti condiviso una critica dura ma pacata, e ha espresso “stupore e rammarico” per l’uso di simboli e “immagini stonate”, che “offendono la sensibilità altrui”.
Dal canto suo, diverso è il punto di vista del primo cittadino Gianluca Galimberti, primo sindaco ad aver concesso il patrocino al primo pride in assoluto di Cremona. A fare il punto della situazione il suo recente post su Facebook, nel quale si dichiara “contento” della riuscita dell’evento, sebbene comprenda anche chi non condivide “alcune idee che possono emergere da questa manifestazione”. Del resto, anche lui ha confessato di aver avuto diverse “perplessità su questioni complesse”; tuttavia, e questo viene sottolineato, ” il confronto è importante e indispensabile affinché non prevalga la paura di posizioni diverse che poi porta sempre a chiusure e scontri”.
Non tutti però hanno apprezzato e capito le sue parole. E infatti, nel giro di poco si è sviluppato un polverone di polemiche e dissensi che hanno definito l’immagine della Vergine Maria “profanata”. Altri, al contempo, hanno tacciato gli scettici additandoli come “bigotti”. E non poteva di certo mancare il post su Facebook anche di Matteo Salvini, che ha condiviso sul suo account ufficiale la foto della statua incriminata con tanto di messaggio: “Offendere la fede, la cultura e la sensibilità di milioni di italiani non c’entra niente con la richiesta di diritti LGBTQetc… ma è solo un’esibizione di ignoranza e arroganza”.