Covid, Wuhan non è un laboratorio qualsiasi: è stata la Francia la prima nazione a finanziarlo

Il laboratorio di Wuhan non è nato dalla sola iniziativa cinese ma da un’intesa con l’allora premier francese Jacques Chirac. 

Nel marzo del 2018 un’associazione di nome EcoHealth Alliance decide di rivolgersi alla Darpa, l’agenzia governativa del Dipartimento di Difesa degli Stati Uniti, per proporre un innovativo progetto sul coronavirus. Lo scopo era quello di studiare e modificare il virus servendosi dei pipistrelli per acquisire maggiori conoscenze  sul tema. 

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Il nome in codice del progetto era Defuse e l’uomo a capo della EcoHealth Alliance, Peter Daszak, ancora non lo sapeva ma negli anni successivi sarebbe diventato uno degli scienziati di riferimento nella lotta alla pandemia, partecipando al gruppo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità invierà in Cina per studiare l’origine del virus che aveva dato inizio alla pandemia. La Darpa valutò positivamente il progetto, ravvisando un interesse di ricerca di un certo rilievo per la difesa americana. Il problema però è che Daszak chiedeva dei fondi per poter portare avanti un progetto che si concentrava sul guadagno di funzione, una pratica che mira a modificare un virus rendendolo de facto una vera e propria arma biologica

Negli Usa è illegale, ed è per questo che la Darpa decide di non concedere la sua approvazione alla EcoHealth Alliance, 

Cosa ha scoperto Project Veritas

Il think tank statunitense Project Veritas ha presentato lo scorso anno una richiesta di accesso agli atti pubblici, facendo appello al Freedom Information Act. I documenti desecretati hanno portato alla luce la richiesta presentata dalla EcoHealth Alliance alla Darpa e per Peter Daszak lo scandalo è servito. 

Si, perchè il suo nome all’interno di questi documenti ha provocato parecchio scalpore lo scorso anno

Daszak si era distinto negli Usa, fin dall’inizio della pandemia, per essere uno dei più assidui sostenitori dell’origine naturale del virus, al punto che il 7 Marzo del 2020 pubblica un articolo su Nature Medicine insieme ad altri scienziati, in cui bolla come complottisti tutti quegli scienziati che in quel momento avanzano tesi alternative.

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Fa dunque una certa impressione leggere di come due anni prima, fosse invece impegnato a proporre progetti il cui scopo era quello di modificare in laboratorio un virus appartenente alla stessa famiglia di quello che qualche tempo dopo sarebbe apparso misteriosamente in tutto l’Occidente. 

Project Veritas, oltre a questi documenti desecretati riesce anche a entrare in possesso di un rapporto scritto da Joseph Murphy, ex membro della Darpa e ufficiale dei marines americani. Un documento importante, in quanto Murphy in quella lettera analizza il progetto presentato da Daszak. La prima cosa che l’ufficiale statunitense nota, è che Daszak ha presentato questo progetto senza fare alcun tipo di riferimento al fatto che fosse incentrato sul guadagno di funzione, chiedendo di poter modificare in laboratorio le caratteristiche e la virulenza del coronavirus. 

Nonostante il rifiuto ricevuto dalla Darpa, qualche mese dopo Daszak riuscirà a realizzare il suo proposito, e il progetto nato sotto il nome in codice di Defuse verrà portato avanti nel laboratorio di Wuhan

Il ruolo della Francia nella nascita del Laboratorio di Wuhan

Wuhan non è un luogo qualsiasi in cui fare esperimenti. 

Si tratta di un laboratorio di sicurezza BSL-4 in cui è consentito tutto ciò che gli Usa e la Darpa avevano negato a Daszak. Nel centro di Wuhan si manipolavano virus patogeni e lo si faceva con dei fondi internazionali, che arrivano sia dagli Usa ma anche da diverse nazioni europee.

Il Wuhan International Institute è stato aperto nel 2015 e per la Cina ha rappresentato una vera e propria conquista nell’ambito della ricerca biologica e medicale. Si tratta infatti del primo centro scientifico di sicurezza BSL-4, il massimo livello che esiste e l’unico in cui viene consentito di fare ingegneria genetica sui virus. 

Nasce dalla collaborazione tra la Francia e il governo di Pechino, e la spiegazione ufficiale fu quella di voler investire nella ricerca sui virus dopo l’epidemia del 2003 che aveva preoccupato il mondo intero. L’anno successivo, nel 2004, l’allora premier dell’Eliseo Jacques Chirac e Hu Jintao misero a punto un’intesa per la sua costituzione, ma i francesi non si limitarono semplicemente a finanziare il progetto: fu di fondamentale importanza l’invio degli scienziati francesi e delle tecnologie di ultima generazione a disposizione del governo. 

Il centro diviene operativo nel 2018, data che coincide con la prima visita in Cina del nuovo inquilino dell’Eliseo Emmanuel Macron.  

Dopo pochi mesi il governo di Pechino decide di estromettere il governo francese dal progetto. Una scelta mai spiegata e che di fatto, mise i cinesi nelle condizioni di lavorare nella massima autonomia e riservatezza, senza doversi preoccupare dell’ingerenza occidentale. 

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