Il leader leghista fa marcia indietro dopo la bufera per un suo possibile viaggio a Mosca. Salvini ha anche detto: «Sanzioni fanno più male a Italia che a Russia»
Matteo Salvini non si recherà più a Mosca. Dopo la bufera causata dalle indiscrezioni su un suo possibile viaggio nella capitale russa, il leader della Lega torna sui suoi passi.
In un colloquio con Il Piccolo e Il Messaggero Veneto, Salvini chiarisce di aver «annunciato che ci sarebbe stata la possibilità di un viaggio in Turchia e in Russia per confrontarmi con soggetti istituzionali, due gli obiettivi: distensione e difesa dell’interesse nazionale italiano. Preso atto delle reazioni scomposte dei colleghi di governo, mi sono confrontato con i vertici della Lega e abbiamo convenuto di imboccare altre strade.
Il piano di pace proposto a Mosca dall’Italia è stato cestinato dopo dieci minuti e la Russia preferisce parlare con Parigi e Berlino anziché con Roma: questa è la fotografia attuale e sono preoccupato. Con lo spread ai massimi dal 2018, con la benzina ben sopra i 2 euro al litro, bollette di luce e gas alle stelle, inflazione al 7% e rischio chiusura di molte fabbriche, fare di tutto per fermare la guerra e tornare alla pace per l’Italia è questione di vita o di morte».
Salvini afferma anche che le multe nei confronti della Russia «stanno facendo più male all’Italia che alla Russia: sembra paradossale, ma è così». Il leader della Lega aggiunge anche di ritenere incredibile che, in questo contesto, «per la sinistra il problema sia la Lega che lavora per la pace».
Salvini dice di non essere in ansia per i sondaggi che parlano di calo della Lega, asserendo di non averci mai fatto caso, neppure quando dicevano che il suddetto partito fosse in elevata crescita:«Ai freddi numeri preferisco la reazione della gente che nelle piazze e nei mercati mostra sempre interesse e attenzione per le nostre battaglie. Entrando nel Governo Draghi abbiamo scelto di mettere l’interesse dell’Italia prima di quello del partito. Non ne sono pentito», sottolinea.
Poi aggiunge che chiaramente non è semplice stare al governo con Pd e pentastellati, ma in questo modo, il leader della Lega sostiene di aver impedito aumenti di tasse in materia di casa e risparmi, tutelato la flat tax, «riaperto l’Italia pur tra mille difficoltà, ottenuto i primi miliardi per fronteggiare gli aumenti di energia e carburanti. Non potevamo lasciare il futuro dei nostri figli e nipoti in mano a un monocolore di sinistra: mi riferisco ai miliardi prestati dall’Europa», ha chiosato.
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