La ragazza, 19 anni, ha confermato di essersi trovata sul luogo in cui è occorsa l’aggressione con altri, ma di non aver gettato l’acido sulle nipoti
Interrogata dal gip di Napoli, la 19enne zia delle due sorelle di 17 e 23 anni aggredite con l’acido nella notte di qualche giorno fa al rione Sanità, ha detto di essersi trovata sul luogo in cui è occorsa l’aggressione, ma ha negato di aver gettato loro addosso l’acido. «Ero presente ma non ho lanciato io l’acido, volevo picchiarle col casco», ha detto al gip.
La ragazza ha ammesso di essere stata sul posto quella notte con altre persone, ma di non aver gettato l’acido e ha detto che sarebbero state le due vittime ad avere il liquido urticante in questione. Ora la 19enne è in carcere a Pozzuoli, e ha confermato la versione della vicenda raccontata di fronte agli inquirenti della polizia.
Dopo aver replicato alle domande del gip, la ragazza ha raccontato che il suo intento era picchiare le due sorelle, con un casco bianco che aveva in mano. Poi ha detto di aver desistito quando altre persone del suo gruppo l’hanno avvisata che le nipoti avrebbero avuto il liquido urticante.
L’attenzione degli investigatori al momento è puntata su un’altra ragazza che si trovava con la 19enne accusata di aver gettato l’acido addosso alle nipoti. Gli inquirenti hanno individuato tutti i membri del gruppo e da quanto hanno sinora ricostruito, contestando alla ragazza fermata la premeditazione, i tre scooter a bordo dei quali c’erano sei persone, hanno inseguito e fatto cadere le ragazze, che erano anch’esse su uno scooter. Ergo, avrebbero gettato l’acido addosso alle ragazze, che si trovavano sull’asfalto.
La 19enne indagata smentisce però tale ipotesi, e afferma che voleva assalire e picchiare le due ragazze per vecchie ruggini familiari, che avevano avuto inizio nel 2019, e che erano le due sorelle a possedere l’acido, tant’è che, sempre secondo quanto sostiene l’indagata, sarebbero andate in giro con bottiglie di acido in borsa.
Nel corso dell’udienza di convalida, la Procura ha dato al magistrato elementi emersi durante le indagini per integrare il quadro probatorio su cui è basato il fermo dell’indagata occorso lo scorso 31 maggio. La difesa della zia delle ragazze afferma che nei filmati su cui è basato il fermo disposto dalla Procura non si vede il gesto di cui accusano la 19enne.
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