È forse passata fin troppo in sordina l’intervista rilasciata da un funzionario del Pentagono alla vigilia di un congresso storico che ha riacceso il dibattito sugli Ufo.
Gli Ufo sono tornati di moda negli Stati Uniti.
Nelle ultime settimane si sono ritagliati un loro spazio all’interno dell’opinione pubblica statunitense nonostante un conflitto in Ucraina che sembrava fino a quel momento assorbire per intero l’agenda dei media occidentali.
Il motivo è legato all’audizione al congresso Usa che si è tenuta alcune settimane fa per parlare di tutti gli incontri Ufo registrati dal governo americano tra il 2004 e il 2021. Un confronto storico: erano quasi cinquant’anni che la politica americana non si interessava più al tema. Quegli stessi deputati che adesso invece chiedono maggiore chiarezza su un fenomeno che, per ammissione del Pentagono, esiste e non può essere più derubricato a mera suggestione collettiva.
Qualche giorno prima dell’audizione, il quotidiano americano Politico è riuscito ad ottenere un’intervista esclusiva con alcuni funzionari del Pentagono che hanno scelto di confidarsi ai giornalisti mantenendo l’anonimato. Hanno raccontato che intorno al tema degli Ufo esiste un alone di mistero e segretezza da cui nemmeno il gruppo di lavoro all’interno del Pentagono è esente: ci sono persone, affermano queste fonti, che hanno lo specifico compito di custodire alcune informazioni sugli Ufo che non devono in alcun modo arrivare al grande pubblico, e che sono oscure anche alla maggior parte di membri del Pentagono. Un gruppo di persone che si occupa da anni degli avvistamenti Ufo per conto del governo americano e che sembra costituirsi come una vera e propria società segreta all’interno dell’intelligence Usa.
“È una specie di atmosfera tipo Skull and Bones. Lo prendono sul serio ma non hanno responsabilità. Zero. C’è un intero gruppo di noi che conosce molto dettagliatamente questo argomento, molti dei quali non sono stati segnalati al Congresso per problemi di sicurezza”
Questa è naturalmente la semplice testimonianza di fonti anonime Politico, ma non sono arrivate smentite in merito da parte del Pentagono.
Perché il congresso sugli Ufo che si è tenuto negli Stati Uniti resterà nella storia
Era il 1969 quando il congresso tenne un’audizione per conoscere meglio Project Blue Book, uno dei più importanti rapporti redatti dai servizi di intelligence americani sugli avvistamenti Ufo avvenuti sul suolo americano tra gli anni cinquanta e sessanta. Un’indagine il cui esito deluse profondamente i primi ufologi del tempo. Gli esperti alla fine stabilirono che, per quanto alcuni fenomeni aerei da loro analizzati erano realmente inspiegabili, non vi erano solide basi scientifiche per ipotizzare che potesse trattarsi di una tecnologia aliena. E oltretutto, nessuno di questi oggetti volanti presi in considerazione dagli studiosi venne etichettato come una possibile minaccia per la sicurezza nazionale. Dopo il rapporto Project Blue Book, l’interesse per gli Ufo da parte della politica americana si disperse in fretta, e per circa cinquant’anni, gli avvistamenti ufologici sono restati in America un fenomeno seguito da appassionati di fantascienza e studiosi e mai più preso in considerazione dalla politica come fenomeno di interesse pubblico.
Fino al 2017, quando alcuni giornali Usa iniziarono a raccontare di come il Pentagono si stesse impegnando a raccogliere le testimonianze di diversi piloti e membri dell’esercito americano su alcuni avvistamenti raccontati dagli stessi a partire dal 2004.
Nel 2020 è invece Donald Trump che si interessa del problema.
L’allora Presidente degli Stati Uniti firmò un atto con cui dava ordine ai servizi di intelligence di redigere entro il termine massimo di 180 giorni un nuovo rapporto sugli Ufo. L’anno dopo, nel giugno del 2021, il direttore della National Intelligence Usa pubblicò il rapporto richiesto formalmente dal Tycoon: 144 “incidenti” a partire dal 2004, per i quali il Pentagono non era ancora riuscito a trovare una spiegazione. La notizia fece scalpore e sempre più deputati americani iniziarono ad interessarsi alla questione, gettando le basi per il congresso di quest’anno. C’è però da aggiungere che durante l’incontro Scott Bray, a capo della Naval Intelligence Usa e uno dei test chiave in questa audizione, si è dimostrato scettico sull’ipotesi che ci troviamo di fronte a uno scontro con una tecnologia aliena, facendo ad esempio notare come fino ad adesso, non è mai stato ritrovato dai governi alcun tipo di oggetto o relitto che dia credito a questa tesi.
Al tempo stesso però lo stesso Bray ha affermato davanti ai deputati americani che esistono “una piccola manciata di avvistamenti in cui ci sono caratteristiche di volo che non possiamo spiegare con apparecchi e strumentazioni che abbiamo a disposizione“.