L’episodio è occorso in acque internazionali e la Marina è giunta in ausilio del peschereccio, salendo a bordo della barca al fine di tutelarla
Una motovedetta libica avrebbe esploso dei colpi di arma da fuoco per lanciare un avvertimento nei confronti del peschereccio italiano “Salvatore Mercurio”, che navigava in acque internazionali a nord di Bengasi, con il “Luigi Primo”.
I proiettili non hanno causato danni alle barche né feriti, ma è sopraggiunta la Marina Militare a esortare la motovedetta ad andar via, mentre un team di soccorritori e uomini della Marina sono saliti sulle due imbarcazioni per tutelarle. In questo contesto, il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, è rimasto in contatto con la Marina per gli aggiornamenti su quanto stava occorrendo.
Da quanto ha comunicato la stessa Marina Militare, il fatto è avvenuto ieri sera. I due pescherecci stavano navigando a nord di Bengasi, quando una motovedetta libica li ha avvicinati asserendo che avrebbero violato le aree di pesca della Libia. Dalla versione delle persone a bordo del peschereccio “Salvatore Mercurio”, i libici avrebbero esploso dei proiettili di avvertimento, senza tuttavia causare danni.
A quel punto si è provveduto a contattare la Marina Militare che è intervenuta in breve tempo. Mentre si recava nell’area in cui erano posizionati i pescherecci, la fregata grecale ha contattato via radio la motovedetta in questione annunciando che i pescherecci erano fuori dai confini della Zona protezione pesca delineata dalla Libia, esortandoli dunque ad allontanarsi.
Il peschereccio “Salvatore Mercurio” è parte della marineria di Mazara del Vallo, una delle poche che sinora non ha aderito alle proteste dei pescherecci che da alcuni giorni stanno occorrendo. Episodi simili sono già avvenuti in passato: l’ultimo è del 2020, quando i libici posero sotto sequestro due barche di Mazara del Vallo, la Medinea e l’Antartide trattenendo i membri dei due equipaggi in Libia. Dovette infatti intervenire il premier Conte a Bengasi per farli liberare.