Il verdetto del tribunale di Girona. Assolto l’altro ceceno imputato nel processo, il 26enne Mostar Magomedov
Condannato per omicidio volontario. Questa è la sentenza che il tribunale di Girona, in Spagna, ha emesso nei confronti del ceceno Rassoul Bissoultanov, 28 anni, lottatore che assassinò con un calcio alla tempia letale il giovane Niccolò Ciatti, all’epoca 22enne.
Il delitto occorse il 19 agosto 2017 nella discoteca St Trop a Lloret de Mar, in Spagna. Niccolò era in vacanza con sei amici, e quella era la loro ultima serata in quel posto. L’accusa aveva chiesto 24 anni di carcere, in una seconda fase il magistrato deciderà l’entità della pena per il 28enne ceceno.
Assolto l’altro ragazzo imputato nel processo, Mostar Magomedov, 26 anni. I magistrati e la giuria non hanno dato credito ai tentativi dei legali di Bissoultanov di difendere il giovane, che voleva togliersi di dosso l’accusa di omicidio volontario, asserendo che non voleva ucciderlo e che non credeva che avrebbe potuto farlo fuori con un calcio.
L’accusa ha sottolineato come questa fosse un’assurda giustificazione e i pm avevano dimostrato invece, come il 28enne fosse esperto di arti marziali e quindi fosse a conoscenza del fatto che quella era una mossa che avrebbe potuto togliere la vita a un uomo.
La giuria ha ritenuto sufficienti sia le orribili immagini di un filmato in cui si vede il ceceno dare il colpo finale a Ciatti e anche le testimonianze di medici, polizia, guardie giurate e dell’amico di Niccolò, Filippo Verniani, che era vicino al 22enne quando fu pestato.
«Il ceceno voleva uccidere, non ho dubbi. Quel colpo l’ha pensato e ha puntato Niccolò come se avesse un mano un fucile e gli volesse sparare alla testa», ha raccontato Verniani. Durante le testimonianze, medici e scientifica avevano definito il calcio letale a Ciatti un «colpo professionale di una persona che conosceva tecniche di lotta».