Il pos non funzionava e Marta, 33 anni, stava per perdere il convoglio. A salvarla da un’aggressione verbale, che poteva tramutarsi in violenza, alcuni passanti
Un tassista la assale verbalmente perché voleva pagare con la carta. È successo a Torino, come riporta Il Corriere della Sera, a una 33enne, Marta Piovano, che quella sera doveva prendere un treno per Roma per ragioni di lavoro.
Il pos non funzionava poiché rotto e per segnalare il fatto che non fosse utilizzabile, il tassista aveva appeso un cartello scritto a mano a cui la donna non aveva fatto caso e da lì è scoppiato il putiferio. La donna ha raccontato l’accaduto al Corriere, spiegando di aver prenotato il taxi «la sera per la mattina e ho dimenticato di precisare che avrei utilizzato la carta: i taxi li uso molto spesso, pensavo di essere registrata. È arrivato a prendermi a casa verso le 8.10: mentre ci avvicinavamo a Porta Nuova ho comunicato il metodo di pagamento».
All’uomo questa cosa non è andata giù da subito e ci ha tenuto a farle notare che aveva appeso un avviso sul sedile del passeggero. La donna ha confessato di non aver proprio fatto caso al cartello. «A quel punto, però, si è fermato davanti alla stazione e ha iniziato ad alzare la voce. Io l’ho pregato di trovare una soluzione, non avevo contanti», ha proseguito la donna nel suo racconto.
Marta racconta che però, il tassista non ha voluto sentire nulla, e il suo atteggiamento sarebbe divenuto sempre più aggressivo, tant’è che avrebbe cominciato a «urlare, non voleva farmi scendere, voleva portarmi a prelevare, ma io non avevo tempo. I toni hanno continuato ad alzarsi, non mi faceva prendere il trolley nel bagagliaio».
La situazione stava precipitando, tant’è che a un certo punto in ausilio di Marta sono giunti dei passanti, temendo che «il diverbio diventasse più violento. E io ammetto di essermi spaventata, ho iniziato a tremare: mi ha aggredita in un modo assurdo. A quel punto gli dicono di aprirmi il baule e un tassista gentile mi fa pagare con il suo apparecchio e poi gli dà i contanti».
Può capitare un disguido, nonostante il pos sia ormai obbligatorio, ma Marta sottolinea come i modi l’abbiano spaventata:«Continuava a sbattermi in faccia il cartello dicendomi ‘c’era scritto, c’era scritto’. Ho davvero avuto paura; e poi non mi dava la mia roba, non mi lasciava andare via».
Marta lavora come brand manager per una nota impresa di liquori e spesso si trova a viaggiare per lavoro, ma precisa che «non è la prima volta che un autista si indispone per l’utilizzo della carta o cerca vie alternative. Ma è la prima volta che vengo aggredita: ecco perché ho subito chiamato il centralino per identificare l’uomo e poi ho mandato una segnalazione».
Un’ora più tardi la donna riceve una telefonata di scuse da parte del vicepresidente di Taxi Torino:«Mi sono scusato e abbiamo convocato il collega. Può capitare di avere l’apparecchio guasto o non averlo collegato, ma non si può alzare la voce così. Noi sensibilizziamo tutti i nostri autisti ad avere il pos, che è obbligatorio anche se non sono ancora state specificate le sanzioni. Condanniamo il suo comportamento», ha spiegato l’uomo.
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