La Russia non vuole ancora impegnarsi per raggiungere una soluzione pacifica in Ucraina. Lo dice il dipartimento di stato americano.
Sì alla mediazione della Turchia, fanno sapere gli americani. Ma da Mosca replicano: noi pronti alla pace, è Kiev a pensarla diversamente.
Mosca “al momento non è ancora a un punto nel quale intenda impegnarsi in buona fede verso l’obiettivo di una diminuzione della violenza e della fine della guerra”. Lo ha detto il portavoce del dipartimento di Stato americano, Ned Price, durante una conferenza stampa. Price ha anche detto che intanto gli Stati Uniti continueranno a sostenere militarmente Kiev allo scopo di “spingere Mosca a cambiare calcolo e portarla al tavolo del negoziato”.
Gli Usa, ha aggiunto Price, “sostengono la mediazione dei nostri alleati turchi” nella crisi in Europa orientale, in modo particolare per quel che concerne le rotte per le esportazioni di cereali.
Il Cremlino però ribatte e fa sapere di essere pronto a negoziati per la fine della guerra in Ucraina. È Kiev, accusano i russi, a non volere la pace. Lo ha detto la presidente del Senato russo, Valentina Matviyenko, nel corso di una visita in Mozambico. “Siamo aperti al dialogo. Serve una soluzione diplomatica e pacifica ma questo richiede la volontà di due Paesi”, ha dichiarato Matviyenko, “siamo pronti a discutere, a firmare un accordo che ponga fine alla guerra civile in Ucraina e porti la pace ma non vediamo segnali simili da parte di Kiev”.
I russi annunciano: Severodonetsk è nostra
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky ha reso noto che l’esercito ucraino ha riportato “alcuni successi” vicino a Kherson, capoluogo di una regione ormai interamente sotto il controllo russo, mentre le forze ucraine avanzane in alcune zone della regione di Kharkiv.
Le forze russe hanno raggiunto il controllo del 70% della città di Severodonetsk. Lo ha rivelato a Sky Sergiy Gaidai, governatore ucraino del Lugansk. Conquistare la città, ha detto Gaida, solleverebbe il morale di Mosca. Ma per Kiev, ha aggiunto, sarebbe forse meglio una ritirata strategica. “Mi sembra, e non sono un militare, che non abbia senso perdere molti soldati per riconquistare una città che non ha significato militare-strategico. In senso militare, la città non ha importanza, perché, ad esempio, nella vicina città (Lysychansk, ndr) le posizioni militari saranno migliori”, ha spiegato Gaidai.
Intanto le milizie separatiste del Lugansk e le truppe cecene comunicano di aver “completato la pulizia totale della città di Severodonetsk dai nazionalisti ucraini”. A dirlo, su Telegram, è il leader ceceno Ramzan Kadyrov.
Stando a Kadyrov, sarebbero stati completamente sgomberati l’edificio della Direzione principale dei servizi ucraini e il territorio attiguo. Kadyrov smentisce le informazioni secondo cui Kiev controllerebbe ancora una porzione della città. “Il settore residenziale è completamente sotto il controllo dei nostri combattenti”, ha detto il Kadyrov, “sono rimasti alcuni ‘diavoli’ nella zona industriale, c’è stata una grande esplosione e stiamo controllando cosa è successo”.
In Donetsk l’artiglieria russa oggi ha ucciso quattro persone ferendone altre sette. Lo ha reso noto su Telegram Pavlo Kyrylenko, il governatore ucraino di Donetsk.