“Troppo vivace”, bimbo di 3 anni picchiato e segregato in camera: arrestata la mamma

“Troppo vivace”, bimbo di 3 anni picchiato e segregato in camera: arrestata la mamma 30enne, di origine romena. I fatti si sarebbero svolti in un paesino della Germania.

Avrebbe maltrattato il suo bambino di tre anni perché, avrebbe raccontato alla forze dell’ordine, il piccolo sarebbe stato “troppo vivace“. Per questo motivo, allora, lo avrebbe ripetutamente sculacciato, maltrattato e rinchiuso nella sua stanza, con solo un secchio pieno d’acqua in modo che potesse bere.

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“troppo vivace”, bimbo di 3 anni picchiato e segregato in camera (foto di repertorio) – meteoweek.com

Un episodio che fa rabbrividire, e che vede coinvolta una madre di 30 anni di origine rumena. I fatti si sarebbero verificati in un piccolo paese della Germania. Alla luce dei fatti, la donna è stata ora arrestata.

Maltrattato e richiuso  perché “troppo vivace”, la madre rischia 10 anni

Il bimbo era “troppo vivace”. Per questo una madre di 30 anni, di origine romena, ha maltrattato suo figlio di 3 anni, sculacciandolo e rinchiudendolo nella sua cameretta con solo un secchio pieno d’acqua da bere. Una punizione fin troppo violenta, quella perpetrata ai danni del piccolino, tanto  che la polizia di un piccolo paese della Germania, dove si sono svolti i fatti, aveva emesso un mandato d’arresto europeo nei confronti della donna già qualche tempo fa.

I fatti, infatti, risalgono all’anno scorso. Come viene spiegato dai media che hanno riportato per primi la notizia, pare che  la decisione della donna sia scaturita dopo l’ennesimo “misfatto” del figlio. Il bambino avrebbe infatti in quell’occasione messo sottosopra casa, e sarebbe stato punito gravemente per la sua “irrequietezza” e “disobbedienza”.

A denunciare i maltrattamenti sarebbero stati i vicini di casa, che avrebbero fatto dunque allertare le forze dell’ordine tedesche. Sebbene sia scattato per la donna il mandato di arresto, prima che questo venisse disposto la famiglia aveva deciso di cambiare casa, uscendo dai confini della Germania e arrivando a trasferirsi in Italia.

Della donna, allora, si erano perse le tracce. Di recente, però, una pattuglia del Nucleo Radiomobile della Compagnia dei Carabinieri di Aurisina (Trieste) è riuscita ad identificare la 30enne di origine romena, che è stata infine arrestata a un anno dai fatti contestati. Ammanettata e portata al carcere di Venezia, la donna rimarrà presso la casa circondariale in attesa del processo di estradizione. Rischia una condanna non superiore a 10 anni di reclusione. Data l’accusa che pende sulla sua testa, la severissima madre rischia ora una condanna fino a 10 anni di reclusione.

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