Tra insulti, minacce, tentativo di piombargli in casa, e 350 tra telefonate e messaggi in due giorni, la vita di un giovane era diventata impossibile
Aveva deciso di terminare una relazione che non poteva più continuare, ma dopo questa scelta è caduto in un incubo fatto di persecuzioni da cui è uscito solo dopo 4 anni.
L’ultimo step per uscirne definitivamente è occorso in tribunale, dove ha parlato di tutte le persecuzioni subite dalla sua ex compagna, dalla madre di lei e in una occasione, pure dalla nonna della ex. Madre e figlia, 27 e 49 anni, sono a processo per stalking e violazione di domicilio.
I due giovani, all’epoca dei fatti avevano 23 anni, e avevano un rapporto di tira e molla, finché lei non gli annuncia di aspettare un figlio. A quel punto, decidono di riprovarci ma la famiglia della ragazza, che abita in una casa occupata a Tor Bella Monaca, vuole che il giovane vada a vivere da loro.
Lui non accetta e convince la compagna a prendere casa in affitto, nel maggio 2018. La loro convivenza, però, dura pochi giorni, perché la famiglia di lei si trasferisce dai due fidanzati. Quando lui cerca di mandarli via, la madre della ragazza contatta i carabinieri, asserendo che il giovane tiene in casa sua figlia contro la sua volontà.
Il giorno seguente, torna di nuovo con altri membri della famiglia pretendendo di essere ospitata e denuncia un’aggressione totalmente inventata, ai danni di sua figlia. Quella notte scattano tantissime chiamate, messaggi, scherzi telefonici, insulti che rendono la vita impossibile al giovane.
Nelle accuse si parla di 350, tra messaggi e telefonate in soli 2 giorni, recuperati dallo stesso giovane grazie alle sue abilità di tecnico informatico. Ma non è ancora finita. Tutta la famiglia della ragazza si presenta a casa della madre del giovane, dove nel frattempo lui è tornato ad abitare.
E giù di lì con nuovi insulti e minacce:«Vigliacco, fai schifo, se non apri ti ammazzo, faccio un macello», dice la madre di lei al giovane, giungendo a colpirlo con una bottiglia nonostante i carabinieri fossero lì presenti. Nei giorni seguenti accade di tutto: la famiglia di lei prova a irrompere nella casa che la coppia ha ormai lasciato, dove però, su consiglio e a spese del giovane, il padrone ha fatto cambiare in fretta e furia la serratura. Il giovane, intanto viene nuovamente assalito e riporta lesioni guaribili in 5 giorni.
Il giovane li denuncia e le cose sembrano acquietarsi, ma ad ottobre la ex lo chiama e gli annuncia di essere divenuto padre:«Mi mandò una foto sul telefono, ma come più volte sottolineato da lei stessa ero un “cornuto” e non potevo essere certo che fosse mia figlia».
Il giovane riconosce la bambina, fa il test del Dna e dà il proprio contributo alle spese per mantenerla. La ragazza più in là si sposa con un altro e ha un altro figlio, impedendo al giovane di vedere la bambina. Lui sporge denuncia civile e lei ricomincia con l’aggressività. In uno degli ultimi episodi, il 27enne si è ritrovato sotto casa una folla di gente giunta per via di un falso annuncio di regalo elettrodomestico, mobili ecc. Il legale del giovane spiega:«Il mio assistito si è trovato vittima di logiche da clan familiare».