Luca Traini sulla strage in Texas: “Non accostatemi ai pazzi. Non ho ispirato questo deficiente americano”

Luca Traini sulla strage in Texas: “Non accostatemi ai pazzi. Non ho ispirato questo deficiente americano”. Questo lo sfogo del “lupo” di Macerata, che sparò a sei persone di colore per “vendicare” il delitto di Pamela Mastropietro.

Non vuole essere accostato ai “pazzi che nel mondo vanno a sparare”, Luca Traini. E a raccontarlo è lo stesso aggressore che, nel febbraio 2018, mise a segno un attentato in quel di Macerata, andando a colpire diverse persone di colore nel centro cittadino. “Sono stanco di apprendere dai giornali che tutti i pazzi (scrive tra virgolette) che nel mondo vanno a sparare si debbano ispirare a me”, ha infatti spiegato l’attentatore dal carcere di Montacuto, (ad Ancona) dove è attualmente detenuto.

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Luca Traini sulla strage in Texas – meteoweek.com

“La mia storia, il mio reato non hanno nulla a che vedere con chi lucidamente va a compiere stragi il nome di chissà cosa. Mi dissocio  da ogni accostamento a suprematisti e razzisti ora e in futuro”, ha spiegato nella lettera inviata all’Adnkronos direttamente dal carcere.

“Non sono fonte di ispirazione di questo deficiente americano

Ennesimo bagno di sangue in una scuola negli Stati Uniti, dove un ragazzo di 18 anni ha compiuto un massacro in una scuola elementare di Uvalde, in Texas. Si contano 19 bambini morti, uccisi insieme a due adulti – ovvero due insegnanti. Morto anche lo stesso attentatore, freddato dalle forze dell’ordine americane. Si tratta del 18enne Salvador Ramos, che il giorno del suo compleanno aveva comprato le armi con le quali ha messo a segno l’attentato.

La sua terribile storia, e il terribile epilogo che ha provocato, è stata accostata – da alcuni media nazionali – all’episodio che vede protagonista Luca Traini, il “lupo” di Macerata. Il 28enne che, nel febbraio 2018, sparò e ferì diversi cittadini di colore per “vendicare” l’omicidio di Pamela Mastropietro, strappata alla vita dal  nigeriano Innocent Oseghale.

Dal carcere, Traini si è definito stanco di questo ennesimo e insensato accostamento – con quelle che lui stesso chiama “le sue gesta”. “Con molta apprensione ho dovuto constatare come ancora il mio nome e le mie azioni delittuose passate vengano prese come esempio negativo da ragazzini problematici e socialmente disagiati che compiono stragi in nome di idee e ideologie odiose e criminali”, ha infatti spiegato nella lettera inviata all’Adnkronos.

“È il caso di quel diciottenne – prosegue l’epistola – che in una cittadina degli Usa ha ucciso decine di persone. Ora, io non so né il nome di questo delinquente, né il motivo che lo ha spinto a compiere uno scempio simile, invece di vivere la sua giovane età in maniera diversa e costruttiva”. Del resto, spiega ancora l’attentatore,  la vicenda non lo avrebbe “nemmeno interessato”. Ma non tollera, però, il fatto “che in un famoso Tg nazionale, alla fine della narrazione di questo immenso massacro americano, si è fatto riferimento al mio gesto passato, come fonte di ispirazione per questo giovane deficiente americano“.

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