Il devastante crack immobiliare del 2008 probabilmente sta per ripetersi: ecco le prove

Nel 2008 un crack immobiliare senza precedenti ha travolto gli Stati Uniti e si è esteso a tutto il mondo fino a diventare il famoso scandalo dei subprime che ha mandato al tappeto le borse.

Nel 2008, infatti, a causa di un grave crack immobiliare le borse hanno avuto un crollo verticale ed il sistema bancario di tutto il mondo ha subito un colpo durissimo.

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In quell’occasione una bolla del mercato immobiliare seguita da uno scoppio repentino hanno determinato un effetto domino di rara capacità distruttiva.

Un vero cataclisma che può ripetersi

Sembra un fenomeno lontano nel tempo e consegnato ormai ai libri di storia eppure probabilmente ci sono le basi perché questo fenomeno si ripeta a breve.

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Vediamo il perché di questo grave allarme. Come sappiamo l’inflazione è altissima. In Europa così come negli Stati Uniti l’inflazione ormai è poco al di sotto del 10%, un valore tremendo e distruttivo. Una grande colpa di questa inflazione ce l’hanno proprio le banche centrali. Infatti per mesi le banche centrali hanno negato l’impennata dell’inflazione e non hanno usato i loro potenti mezzi per arginare questo fenomeno.

Banche centrali titubanti

Per mesi le banche centrali hanno continuato a ripetere che l’inflazione era un fenomeno passeggero e che non c’era bisogno di aumentare i tassi. L’aumento dei tassi da parte delle banche centrali, infatti, è l’unica vera medicina in grado di curare l’inflazione. È una medicina con pericolosi effetti collaterali ma se l’inflazione è così alta non si può fare diversamente. Ormai l’inflazione è giunta livelli così distruttivi che le banche centrali sono assolutamente costrette ad intervenire con un aumento dei tassi. La Banca Centrale Europea ha formulato semplicemente vaghe intenzioni di aumentare i tassi ma come al solito non si vede nulla di concreto.

La Fed in un bivio

Per quanto riguarda la Federal Reserve, invece, l’aumento dei tassi è effettivamente una politica perseguita dalla banca. Dunque la Federal Reserve sebbene in ritardo e con grandi timori sta procedendo ad un aumento dei tassi. Questo può rappresentare sicuramente un argine al gravissimo fenomeno dell’inflazione però ha vari effetti collaterali. Il primo è quello che un aumento dei tassi troppo deciso potrebbe portare ad un crollo delle borse. Il secondo è che un aumento dei tassi troppo repentino potrebbe avvicinare quella recessione che tutti temono.

Il ricco mondo dei mutui può crollare

Il terzo effetto riguarda proprio il mondo immobiliare. L’aumento dei tassi annunciato dalla Banca Centrale degli Stati Uniti rischia di inceppare il mondo dei mutui americano. Il settore dei mutui negli Stati Uniti è un business gigantesco e rischiare di incepparlo può avere effetti sistemici colossali. Eppure se i tassi dovessero aumentare troppo e se i mutui cominciassero a bloccarsi, l’effetto domino potrebbe essere tremendo. Proprio in quest’ottica probabilmente la Federal Reserve ha clamorosamente annunciato che l’aumento dei tassi non avrà vita lunga e che probabilmente già dal 2023 ci sarà un nuovo taglio dei tassi. Quella che viene fuori così è una politica certamente ondivaga. Tuttavia la Federal Reserve è stretta tra un’inflazione ormai mostruosa ed incontrollabile ed il rischio che l’economia in generale, ma anche il grande mondo dei mutui possano sgretolarsi.

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