Vive attaccata al respiratore, la compagnia aerea non la fa volare: “Se lo tengo spento, muoio. Io discriminata”

Vive attaccata a un respiratore, ma la compagnia aerea non la fa volare: Paola Tricomi racconta la sua vicenda su Facebook, e denuncia la discriminazione. 

Grave la denuncia di Paola Tricomi, rimasta a terra perché Ryanair non la autorizza a volare. Una storia difficile da accettare, soprattutto per Paola, che non potrà così andare a discutere la tesi del dottorato alla Normale di Pisa.

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vive attaccata a un respiratore, ma la compagnia aerea non la fa volare: la storia di Paola Tricomi – meteoweek.com

La giovane di Catania, a causa di una grave disabilità, è costretta a vivere attaccata a una macchina che la aiuta a respirare. Un ausilio che Ryanair non accetta a bordo dei suoi aerei, operando di conseguenza una “discriminazione” che “oltre a essere insensata e totalmente illogica, è profondamente lesiva della dignità umana“.

La denuncia di Paola di Tricomi

La ragazza racconta quanto accaduto tramite il suo profilo Facebook – allegando anche le chat del servizio clienti della compagnia aerea. Come spiegato dalla giovane, Ryanair non le “autorizza il trasporto del ventilatore polmonare attivo a bordo”, nonostante abbia fatto sapere che senza non è in grado di respirare.

La risposta del servizio clienti, però, è stata irremovibile: la dottoranda “può portare a bordo il ventilatore, ma solo tenendolo spento tutto il tempo, dopo aver firmato una dichiarazione in cui si impegna a non accendere il ventilatore”. Eppure i fatti non tornano, perché anni addietro la stessa compagnia l’aveva fatta salire a bordo con il macchinario rimasto acceso tutto il tempo.

“Nonostante io abbia dimostrato di aver volato già nel 2019 con Ryanair per la stessa tratta insieme al mio ventilatore polmonare attivo a bordo senza problemi e di aver volato con molte compagnie nazionali e internazionali col medesimo ausilio. Ma la cosa più grave è che Ryanair ha il monopolio della tratta aerea Catania-Pisa e dunque non c’è proprio con cosa volare”, ha raccontato amareggiata la giovane su Facebook.

Paola denuncia quindi la compagnia di una “grave discriminazione”, che “oltre a essere insensata e totalmente illogica, è profondamente lesiva della dignità umana”. La giovane ha necessità costante di assistenza, e senza quella macchina non può starci. “Se lo tengo spento muoio”, ha espressamente sottolineato la ragazza. Ma Paola è anche la prima dottoranda con disabilità grave a conseguire un titolo alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Il problema, però, è che ora non sa come raggiungere la città.

“Solo un equivoco” la dottoranda potrà prendere il volo

Solo un “equivoco”, Paola Tricomi, potrà salire con la sua attrezzatura sul volo Ryanair da Catania a Pisa che aveva prenotato, potendo così raggiungere la città della torre pendente e discutere la sua tesi di dottorato alla Normale. Lo riferisce lei stessa su Facebook, spiegando di essere stata contattata dalla compagnia aerea. “Finalmente Ryanair si è degnata di telefonare con un operatore italiano il quale ha detto che potrò volare senza problemi – sottolinea Tricomi -, e che c’è stato un equivoco perché il ventilatore polmonare può volare senza alcuna difficoltà”. “Sento di dover ringraziare tutte le persone che mi hanno sostenuto in questa battaglia – aveva scritto Tricomi in un altro post pubblicato questa mattina -. Purtroppo è triste che bisogna ancora combattere per un semplice diritto come quello di respirare. Grazie”.

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