Tragedia Mottarone, la relazione shock: “Fune vecchia e inadeguata formazione del personale”

Tragedia Mottarone, la relazione shock: “Fune vecchia e inadeguata formazione del personale”. Questo il responso di Digifema sulle investigazioni.

Secondo quanto è stato scritto nella relazione intermedia di Digifema, la tragedia del Mottarone – che ha provocato la morte di 14 persone e il ferimento del piccolo Eitan – sarebbe da ricondurre ad errori umani. La fune dell’impianto, che cedendo ha fatto schiantare al suolo le cabine della funivia, era vecchia e corrosa, mentre il personale che lavorava e gestiva la struttura era “insufficiente” e “inadeguato”.

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tragedia Mottarone, la relazione shock di Digifema – meteoweek.com

Nel frattempo, il mese scorso la Corte di Cassazione, con rinvio a una nuova sezione del tribunale del Riesame di Torino, ha annullato il provvedimento con cui era stato accolto ad ottobre 2021 il ricorso della procura di Verbania e disposto gli arresti domiciliari per Luigi Nerini ed Enrico Perocchio.

Fune vecchia ed errori umani

Progressivo invecchiamento dovuto a fenomeni di corrosione, fatica e dissesti o torsione non adeguatamente monitorati”. Secondo quanto viene riportato dalla relazione intermedia di Digifema, sarebbe questa la causa più probabile della rottura della fune traente della funivia del Mottarone. Un rottura fatale e disastrosa, che provocò il gravissimo incidente che portò alla morte di 14 persone, e al ferimento di Eitan. Come viene evidenziato dal documento, non vi sarebbe nemmeno stata un’adeguata formazione del personale, e si sarebbero contate evidenti carenze di organizzazione e manutenzione.

Altre due, dunque, le cause indirette che hanno provocato la strage. Si parla sostanzialmente di errore umano, di “assenza di un sistema di gestione della sicurezza con individuazione di ruoli e responsabilità nell’organizzazione”. E ancora, la fune vecchia, logora, che non è stata cambiata quando invece era necessario, è stata aggredita dal tempo, da un normale processo di usura che sarebbe stato però ignorato dagli addetti ai lavori.

La relazione della commissione d’indagine è stata composta dal professore Roberto Maja e dall’ingegnere Sergio Simeone, e riporta anche che il personale che lavorava presso l’impianto era “insufficiente per svolgere le visite e i controlli previsti“. Numero inadeguato di persone, dunque, così come era inadeguata anche la loro formazione. Nello specifico, spiega il documento, il macchinista e l’agente di stazione/di cabina “avrebbero evidenziato una formazione professionale della mansione insufficiente e lacunosa, conseguenza di un processo formativo esclusivamente impostato sul sapere fare (pratica) acquisito con poche giornate di apprendistato”.

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