Omicidio Cerciello Rega, Hjorth: “Mi dicevano: ‘hai i minuti contati'”

Christian Gabriel Natale Hjorth, uno dei due americani condannati per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, il suo racconto di quella drammatica sera.

Hjorth è stato sentito nel processo davanti al tribunale monocratico di Roma che lo vede parte offesa nella vicenda del bendaggio dopo il suo fermo nel luglio del 2019.

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“Mi hanno tenuto con gli occhi bendati per 45 minuti, cercavo di capire cosa stesse succedendo, percepivo la presenza di molte persone attorno a me e qualcuno mi diceva ‘hai i minuti contati’. E’ il racconto di Christian Gabriel Natale Hjorth. Nel procedimento è imputato il carabiniere Fabio Manganaro per l’accusa di misura di rigore non consentita dalla legge.

Omicidio Cerciello: la ricostruzione di Hjorth

Hjorth, condannato a 22 anni in appello, ha ricostruito le fasi del fermo avvenuto in una camera d’albergo a poca distanza dal luogo della drammatica colluttazione culminata con le 11 coltellate inferte da Elder a Cerciello. “I carabinieri sono arrivati armi in pugno nella nostra stanza dell’albergo, ci hanno fatto spogliare e fare flessioni nudi, ci hanno scattato foto con telefonini. Poi ci hanno fatto rivestire e ci hanno portato fuori, poco prima di farmi salire in macchina mi hanno messo una tovaglia in testa. Avevo paura, non sapevo dove mi stessero portando, e se provavo ad alzare la testa mi davano gomitate”.

E ancora: “quando siamo arrivati in caserma mi hanno portato in una stanza, mi hanno tolto la tovaglia dalla testa e mi hanno buttato faccia a terra, mi hanno ammanettato e preso a ginocchiate. Poi mi hanno messo su una sedia e da dietro qualcuno mi ha bendato. In quella situazione, sentivo che mi dicevano, hai i minuti contati, la pagherai'”.

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