Un milione e duecentomila euro chiesti dalla famiglia di un badante nei confronti di un anziano, colpevole (a loro dire) di averlo contagiato. Ma il lavoratore aveva deciso di non vaccinarsi, ritenendo non necessaria l’inoculazione.
I familiari di un badante di origine romena hanno fatto causa alla persona che il lavoratore aveva assistito in quanto, secondo loro, lo avrebbe contagiato con il virus del Covid. L’uomo 68enne è infatti deceduto lo scorso anno per complicanze dovute al virus.
L’importo della cifra richiesta per i danni è di un milione e duecentomila euro. Secondo i familiari, il contagio sarebbe avvenuto sul luogo di lavoro mentre assisteva un uomo di 83 anni. A dimostrarlo, secondo l’accusa, ci sono i tamponi effettuati nel periodo di lavoro e oltre all’assistito la causa coinvolge anche l’assicurazione di quest’ultimo e l’Inail.
La questione si complica ulteriormente in quanto l’anziano era stato vaccinato come da indicazioni fornite dal Sistema Sanitario Nazionale mentre il badante non era voluto ricorrere a nessuna inoculazione e non è possibile accertare il nesso causale tra l’infezione del lavoratore e l’ambiente di lavoro.
Inoltre, dice l’avvocato dell’anziano, il badante avrebbe affermato di non avere paura del virus e quando contrasse il Covid decise di curarsi con “metodi alternativi” come infusi di erbe e antipiretici. Sistemi che si sono rivelati ovviamente inefficaci fino alla morte dell’uomo.
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